Napoli, 1 settembre 2011 - La Digos della questura di Napoli e quella di Roma hanno arrestato l’imprenditore pugliese Giampaolo Tarantini 36 anni, e la moglie Angela Vevenuto 34 anni, nell’ambito dell’indagine sull’estorsione da 500mila euro al premier Silvio Berlusconi. Il gip Amelia Primavera ha accolto quindi la richiesta di custodia cautelare avanzata dai pm Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli nell’ambito della inchiesta che vede indagato anche l’editore e direttore dell’’Avanti’, Valter Lavitola.

 

Secondo le tesi degli inquirenti, come anticipato il 25 agosto scorso dal settimanale ‘Panorama’, Tarantini avrebbe ricevuto un compenso per mentire circa la consapevolezza del premier che l’imprenditore avesse portato a palazzo Grazioli escort; Tarantini, a sua volta, sarebbe vittima di un raggiro di Lavitola, che dei 500 mila euro avrebbe trattenuto 400 mila euro per impiegarli in operazioni finanziarie in tutta Italia. Tarantini e la moglie sono stati arrestati a Roma.

 

IL PREMIER - “E’ pura fantasia. Io ho dato una mano a una famiglia con figli che era abituata a vivere nell’agio e poi si è ritrovata in miseria". Lo dice Silvio Berlusconi rispondendo a una domanda sulla presunta estorsione di Tarantini.

 

D'ADDARIO - ''Non posso rilasciare nessuna dichiarazione. Ci sarà il momento in cui parlerò anche io''. Sono le uniche parole dette da Patrizia D'Addario, la escort barese portata da Tarantini a palazzo Grazioli, che ha dato avvio all'inchiesta sulle feste piccanti nelle residenze del premier Silvio Berlusconi

 

ANTICIPAZIONE SU PANORAMA - L’inchiesta che ha portato all’arresto di Tarantini era stata al centro di una anticipazione, il 24 agosto scorso, del settimanale Panorama. Secondo quanto riportato dal settimanale, la procura avrebbe iscritto nel registro degli indagati piu’ persone: tra loro Valter Lavitola, direttore ed editore del quotidiano online Avanti!. Il presidente del Consiglio ha negato di essere vittima di un’estorsione e a Panorama ha dichiarato: ‘’Ho aiutato una persona (cioe’ Tarantini, ndr) e una famiglia con bambini che si e’ trovata e si trova in gravissime difficolta’ economiche. Non ho fatto nulla di illecito, mi sono limitato ad assistere un uomo disperato non chiedendo nulla in cambio’’.

 

SOLDI PER TACERE - L’ipotesi della procura di Napoli, secondo la ricostruzione di Panorama, e’ che Tarantini abbia ricevuto il compenso per continuare a dichiarare, nel processo barese in cui e’ indagato, che Berlusconi non sapeva di ospitare alle sue feste escort prezzolate dallo stesso imprenditore pugliese. Secondo l’accusa, il mezzo milione sarebbe dovuto servire, soprattutto, a convincere Tarantini a scegliere la strada del patteggiamento in un procedimento in cui sarebbe l’unico imputato, evitando cosi’ un processo pubblico con la conseguente diffusione di intercettazioni telefoniche ritenute imbarazzanti per il premier. Gli inquirenti sospettano inoltre l’esistenza di un raggiro di Lavitola ai danni di Tarantini, con il primo che avrebbe trattenuto 400 dei 500 mila euro destinati al secondo.

 

Le indagini della Digos di Napoli diretta da Filippo Bonfiglio sono partite da intercettazioni telefoniche disposte nell’ambito dell’inchiesta su alcune societa’ del gruppo Finmeccanica nelle quali Valter Lavitola, direttore ed editore dell’”Avanti”, sembra avere un ruolo di consulente. I coniugi Tarantini sono stati arrestati a Roma e saranno trasferiti in mattinata a Napoli. L’imprenditore sara’ rinchiuso nel carcere di Poggioreale e la moglie in quello femminile di Pozzuoli.

 

Sempre la Digos di Napoli sta svolgendo perquisizioni domiciliari, almeno sei, in abitazioni e uffici degli indagati per estorsione nei confronti del premier. In particolare, perquisizioni nell’abitazione in una traversa di via Veneto a Roma in cui stamani all’alba sono stati arrestati Giampaolo Tarantini e la moglie Angela Devenuto e nell’ufficio e nell’abitazione di Lavitola.

 

LAVITOLA - Il gip Amelia Primavera ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere anche nei confronti del direttore ed editore dell’Avanti! online, Valter Lavitola. Per gli inquirenti, esistono “gravi e consistenti indizi”, scrive il procuratore aggiunto Francesco Greco, su dazioni di denaro contante o benefici economici (quali ad esempio il pagamento di spese legali o dell’affitto di casa, nonche’ incarichi di lavoro) ripetuti, dissimulate o non trasparenti e con l’intervento di Lavitola, dal premier Silvio Berlusconi a Giampaolo Tarantini o alla moglie Angela Devenuto, che ora devono rispondere di estorsione ai danni del presidente del Consiglio dei Ministri. E per pm e investigatori ci sono le prove che Lavitola ha trattenuto per se’ una parte delle some impiegandole in sue attivita’, concertando inoltre con Tarantini iniziative processuali che portassero Berlusconi a versare altro denaro all’imprenditore pugliese indagato in piu’ procedimenti dalla magistratura di Bari.

 

"NON SONO LATITANTE, SONO ALL'ESTERO PER LAVORO" - Valter Lavitola nega di essere latitante, e si dice disposto a “collaborare pienamente” con la Procura di Napoli, specificando anche di non aver mai raggirato il premier Silvio Berlusconi nè di essersi impossessato di “presunte” somme destinate alla famiglia di Tarantini: “E’ passata sui media la notizia che sono latitante. Non è vero. Sono all’estero per lavoro da prima che ‘Panorama’ consentisse di esercitare i diritti di informazione dell’indagato mediante la pubblicazione del suo scoop. Come è noto alla Procura, buona parte della mia attività lavorativa si svolge all’estero ormai da qualche anno”.

 

Lavitola precisa: “Attendo di definire con il mio avvocato le decisioni da prendere. E’ mia intenzione collaborare pienamente con la giustizia per chiarire la questione. Infine, ribadisco con forza che non mi è mai neppure passato per la testa di raggirare il presidente Berlusconi, né di impossessarmi di presunte somme destinate ad una famiglia in difficoltà”.

 

LO SFOGO DI BERLUSCONI: "VIA DA QUESTO PAESE DI M." -  'Tra qualche mese me ne vado ...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...''. E' lo sfogo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una conversazione intercettata la sera del 13 luglio scorso sull'utenza panamense di Valter Lavitola, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli sulla presunta estorsione al premier.  Secondo il gip di Napoli - che ha disposto l'arresto dello stesso Lavitola, di Giampaolo Tarantini e della moglie per estorsione a Berlusconi - la conversazione in questione e' ''rilevante'' in quanto attesta la ''speciale vicinanza'' tra il premier e Lavitola e la ''natura dei rapporti'' tra i due, ''rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato 'informatore' su vicende giudiziarie che, benche' riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi''.
 

 

Viene quindi riportato il contenuto della conversazione nella quale, scrive il gip, ''al di la' del merito delle considerazioni che provengono dal Lavitola, e' soprattutto di procedimenti giudiziari che egli discorre, riferendosi in particolare a quello condotto qui a Napoli sulla cosiddetta 'P4' nonche' ad altri potenziali procedimenti riguardanti fatti accaduti a Bari e di cui il Lavitola sembra avere notizie''.

 

E' Berlusconi a contattare Lavitola sull'utenza panamense di quest'ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale 'Alfredo'. La telefonata dura piu' di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie. E' in questo contesto che si coglie l'amarezza del premier. ''...anche di questo - dice Berlusconi, a proposito di alcuni aspetti della vicenda P4 - non me ne puo' importare di meno... perche' io ...sono cosi' trasparente..cosi' pulito nelle mie cose..che non c'e' nulla che mi possa dare fastidio..capito?..io sono uno..che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato...quindi..io sono assolutamente tranquillo...a me possono dire che scopo..e' l'unica cosa che possono dire di me...e' chiaro?..quindi io..mi mettono le spie dove vogliono..mi controllano le telefonate..non me ne fotte niente...io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei...da un'altra parte e quindi...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta..

 

L'ALTRO SFOGO - "Mi hanno fatto una cosa troppo terribile... troppo grande... venticinque anni di lavoro mandati in fumo...". Così il premier Silvio Berlusconi, facendo riferimento alle sue vicende giudiziarie, in un passaggio della conversazione con Valter Lavitola intercettata il 13 luglio scorso nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta estorsione al presidente del Consiglio. "E una porcata inverosimile..davvero è una porcata (...) basata sul nulla...", replica il direttore dell’Avanti, destinatario oggi di una delle misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Napoli.

 

"Sì.. un rapina.. una rapina basata.. non basata sul nulla... basata su due giudici talebani di sinistra..eh..eh..è quello che continuo a dire..questo è..", afferma Berlusconi. Nell’intercettazione vi sono riferimenti anche alla vicenda delle escort, che costituisce un punto centrale dell’inchiesta in quanto, secondo l’accusa, vi sarebbe stata la minaccia, "implicita e larvata"’, di Tarantini nei confronti di Berlusconi di un "cambio della strategia processuale fino a quel momento seguita" nel processo di Bari.