PALERMO, 2 settembre 2011 - È ANDATA in pensione da un anno ma adesso è stata chiamata per una cattedra. E’ accaduto a Pistoia, mentre in Sicilia una docente è entrata in ruolo a 63 anni, quando è a un soffio dalla pensione, dopo una vita da precaria.
Il caso più eclatante è senz’altro quello toscano: la signora L. G., 60 anni, è stata chiamata per ottenere il posto che le spettava da quando più di dieci anni fa aveva vinto il concorso di abilitazione. Quello che sarebbe dovuto essere un giorno di gioia si è trasformato in un momento di grande amarezza: la donna, infatti, è andata in pensione da dodici mesi, dopo aver insegnato 35 anni nelle scuole materne e nelle elementari sempre da precaria. «Ho passato una vita con gli studenti — ha raccontato L. G. — Nel ’99, quando insegnavo da più di venti anni, ho fatto il concorso e sono risultata vincitrice, ma poi non mi hanno mai chiamato. L’anno scorso sono andata in pensione con 35 anni di servizio, ormai non ci speravo più».

COME se non bastasse, la signora non ha fatto nemmeno in tempo a presentarsi alla prima convocazione perché la raccomandata le è stata recapitata due giorni dopo la data fissata per l’assegnazione dell’incarico. «Se l’avessi ricevuta in tempo sarei tornata a insegnare, la legge dice che lo posso fare. Non presentandomi, infatti, ho perso il diritto di chiedere l’assegnazione del posto nella mia città di residenza. Io ho 60 anni e non posso farmi tutti i giorni 40 chilometri per venire a Pistoia. Per questo ho deciso di fare ricorso (e ci ha chiesto di non apparire con il suo nome esteso, ndr). Sono amareggiata, la scuola non mi ha voluto per tutta una vita e ora che mi chiama sono io che non posso».
Una vita lavorativa da primato anche quella di Vincenza Amico, un’insegnante di educazione artistica di Caltanissetta che ha ottenuto la cattedra a 63 anni. All’attivo 37 anni di supplenze e incarichi a termine, all’orizzonte due anni di lavoro da titolare. Poi la pensione. «Meglio tardi che mai — commenta — Ma sono contenta così. La vita va presa con filosofia e in questo modo ho potuto lavorare godendomi la famiglia».

ASSIEME ad altre colleghe, ieri, s’è presentata negli uffici dell’ex provveditorato agli studi, accompagnata dal marito Fortunato Tuzzeo. Quando le hanno comunicato il traguardo raggiunto, è scoppiata in lacrime. «Adesso sarò di ruolo, anche se presto andrò in pensione. Mi ritengo comunque fortunata e mi viene da pensare a quelli che questo traguardo, con i tempi che corrono, molti rischiano di non raggiungerlo mai».