Roma, 5 settembre 2011 - “L’Italia conceda a Kate l’asilo, senza alcun indugio”. E’ la posizione che il sottosegretario con delega all’attuazione del programma di governo, Daniela Santanchè esprime “in linea con quanto dichiarato dal ministro degli Esteri, Franco Frattini” a proposito della vicenda di Kate Omoregbe, la donna nigeriana detenuta nel nostro Paese e che in caso di scarcerazione ed estradizione in Nigeria, da cui fuggi’ nel nostro Paese anche per evitare un matrimonio combinato, verrebbe condannata alla lapidazione, per aver rifiutato la conversione all’Islam.

“E’ un caso emblematico”, sottolinea Santanchè ricordando che “l’esecuzione della condanna in Nigeria non è un’ipotesi ma una certezza. Per questo - spiega - non dobbiamo avere ne’ indugi ne’ incertezze. Purtroppo, in quelle civilta’ dal punto di vista dei diritti delle donne si e’ ancora all’eta’ della pietra, tanto e’ vero che a colpi di pietra vengono uccise”.
 

 

IL FATTO

Lunghe treccine nere, pantaloni neri e una camicia con i disegni tipici della sua terra. E’ uscita così dal carcere di Castrovillari (Cosenza), Kate Omoregbe, 34 anni, arrestata a Roma scarcerata per buona condotta in anticipo rispetto ai tempi stabiliti. Kate si è inginocchiata davanti a Franco Corbelli, del Movimento Diritti Civili, lo ha abbracciato e ringraziato piangendo per l’impegno profuso a suo favore. “Grazie a tutta l’Italia”, ha detto Kate con le mani giunte. “Grazie a tutta Castrovillari e al personale del carcere. Qui sono cresciuta tanto”, ha detto Kate, che ha detto che questa notte non e’ riuscita a dormire per l’emozione.

“Adesso voglio cominciare a vivere senza paura”, ha detto ancora Kate. “In Nigeria ho subito violenze”, ha aggiunto. Era detenuta perché implicata in una storia di spaccio di droga, ma si e’ sempre protestata innocente e la sua situazione sara’ adesso riesaminata. Ma soprattutto rischia la lapidazione in Nigeria, da dove è fuggita perche’ la volevano costringere a convertirsi alla religione islamica, lei e’ cattolica, e a sposare un uomo molto piu’ grande di lei. Si e’ mossa in suo favore il Movimento Diritti Civili, che ha raccolto consensi in tutto il mondo perche’ le venisse riconosciuto lo status di rifugiato politico, che adesso sembra possibile. Il 19 ottobre l’udienza che decidera’ del suo futuro. Intanto kate e’ stata accompagnata alla Questura di Cosenza, all’ufficio immigrazione, per gli adempimenti del caso. Poi sara’ scortata a Roma, in una residenza riservata, a meno che non decida di restare in Calabria, visto che la Regione si e’ resa disponibile ad ospitarla. Franco Corbelli sta tentando di convincerla in questo senso. Kate potrebbe iscriversi all’Universita’ della Calabria per terminare i suoi studi.