Roma, 16 settembre 2011 - Togliere una bimba ai propri genitori e decidere di darla in adozione perchè i genitori sono ‘troppo anziani’ e quindi la piccola corre il rischio di restare orfana in giovane età. E’ destinata a fare discutere la decisione del tribunale dei minori di Torino che, come riporta il quotidiano La Stampa, ha deciso di dare in adozione una bimba di 16 mesi nata da una donna di 58 anni e da un uomo di 70 che sono ricorsi alla fecondazione eterologa all’estero pur di avere un bambino, poi nato al Sant’Anna di Torino.

 La piccola già vive con la famiglia affidataria. Secondo il giudice i genitori naturali hanno scelto di avere un figlio a una età così avanzata per “volontà di onnipotenza” e “non si sono posti - riporta il quotidiano - seriamente domande in merito al fatto che la piccola si ritroverà orfana in giovane età”.

I genitori, che la vedono una volta ogni 15 giorni, sono distrutti. Alla base dell’attenzione del tribunale dei minori per la piccola un fatto accaduto quando la bimba aveva un mese e venne notata piangere disperata, da sola, sull`auto del papà vicino a casa, a Mirabello. L’anziano ha spiegato che stava scaricando la spesa e che la moglie era andata a farsi una puntura e ha sempre detto di non avere mai perso di vista né la bimba, né l`auto.

 Ma per i giudici la vicenda ‘pesa’ e la piccola viene affidata a un’altra famiglia. La coppia, assistita dagli avvocati Fabio Deorsola e Gianni e Antonio Dionisio, farà appello contro la sentenza.

 

GLI AVVOCATI MATRIMONIALISTI -  “Si tratta di un provvedimento giurisdizionale che crea un precedente particolarmente pericoloso perché consacra il principio secondo cui due genitori anziani non possono esercitare il diritto/dovere di crescere i propri figli ed instaurare con essi un vero rapporto di amore genitoriale”, è la critica di  Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell`associazione avvocati matrimonialisti italiani, Ami.

“Emerge in modo preoccupante il super potere della giustizia minorile nelle vicende familiari, che si concretizza più in valutazioni etico-morali che su principi giuridici”. E precisa: “Togliere un figlio a due genitori deve essere l`extrema ratio e le ragioni di tale scelta devono fondarsi su gravissimi ed irrimediabili comportamenti genitoriali. Non può costituire l`età anagrafica dei genitori una colpa, altrimenti la giurisprudenza è tenuta, ai fini della certezza del diritto, a stabilire l`età massima oltre la quale non si può diventare genitori”.


PEDIATRI: LESIONE GRAVISSIMA -
  ‘’La famiglia va garantita prima di tutto, e prima di prendere una decisione cosi’ radicale bisogna provare a sostenerla cercando aiuto tra i parenti e, nel caso non ci fosse disponibilita’, con gli assistenti sociali’’. Cosi’ Pasquale Di Pietro, pediatra e direttore del Dea del Gaslini di Genova.

‘’Una sentenza fuori luogo’’ aggiunge Giuseppe Di Mauro, presidente della Societa’ Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, soprattutto per la parte che riguarda l’eta’ dei genitori.  ‘’Indubbiamente - afferma Di Mauro - per allevare un figlio servono genitori in forze e quindi giovani, pero’ oramai sono molte le coppie che fanno i figli in tarda eta’’’.

Unanime il parere dei due pediatri. ‘’Il problema va risolto a monte - affermano -. Occorre impedire la fecondazione assistita in tarda eta’ creando leggi che siano valide in tutta l’Europa. Ma una volta che il figlio e’ nato, anche se puo’ avere problemi legati all’anzianita’ dei genitori o alla loro incapacita’ di gestirlo, occorre creare un tessuto sociale in grado di sostenere la neofamiglia’’. E concludono: ‘’Si puo’ togliere un figlio ai genitori solo in casi gravissimi, e ogni caso va valutato singolarmente’’.
‘’Non si puo’ - conclude Di Pietro - rendere un bimbo adottabile solo perche’ in futuro i genitori potrebbero essere invalidi. Quello su cui dobbiamo riflettere e’ che l’eta’ media in cui si forma la coppia si e’ spostata drammaticamente in avanti, i figli nascono sempre piu’ tardi, il che comporta un aumento dei rischi di salute per madri e figli’’.

LA 'DIFESA' DEL PROCURATORE - Non e’ l’eta’ dei genitori, ma episodi di abbandono e la mancanza di presupposti per un recupero delle funzioni di genitori alla base della sentenza con la quale il Tribunale per i Minorenni di Torino, afferma il Procuratore della Repubblica per i minorenni del capoluogo piemontese, Anna Maria Baldelli, e il Presidente del Tribunale per i Minorenni, Fulvio Villa.
‘’Nessun Tribunale, meno che mai quello per i minorenni di Torino - sostengono i due magistrati in una nota congiunta - dichiarerebbe adottabile un bambino perche’ i genitori sono ‘troppo anziani’’’.
In questo caso - aggiungono - ‘’l’eta’ dei genitori non e’ posta a fondamento della dichiarazione dello stato di adottabilita’, come risulta esplicitamente scritto nella sentenza’’.

Il Procuratore Baldelli e il Presidente Villa spiegano che ‘’si giunge a dichiarare l’adottabilita’ di un bambino quando siano accertati episodi abbandonici sistematici, tali da provocare un grave danno alla sua integrita’ fisica e/o psicologica e manchino i presupposti per un recupero delle funzioni genitoriali; nonche’ quando, di fronte a tale situazione, non vi siano parenti disponibili a surrogare i genitori nelle loro funzioni’’.