Roma, 16 settembre 2011 - La Cassazione apre ai danni endofamiliari. Il coniuge tradito platealmente e con modalità particolarmente offensive può infatti chiedere di essere risarcito in un giudizio civile, al di fuori e a prescindere dal procedimento di separazione e dall`addebito. Dunque, riporta il sito Cassazione.net, ad avviso della Suprema Corte, pur non esistendo un dovere di fedeltà costituzionalmente garantito, il tradimento potrebbe aver comunque compromesso la salute psico- fisica dell`altro coniuge, aprendo le porte al risarcimento al di là del procedimento di separazione.

La prima sezione civile ha sancito espressamente che “i doveri che derivano ai coniugi dal matrimonio hanno natura giuridica e la loro violazione non trova necessariamente sanzione unicamente nelle misure tipiche previste dal diritto di famiglia, quale l’addebito della separazione, discendendo dalla natura giuridica degli obblighi su detti che la relativa violazione, ove cagioni la lesione di diritti costituzionalmente protetti, possa integrare gli estremi dell’illecito civile e dare luogo al risarcimento dei danni non patrimoniali ai sensi dell’articola 2059 del codice civile senza che la mancanza di pronuncia di addebito in sede di separazione sia preclusiva dell’azione di risarcimento relativa a detti danni”.


Il caso è successo a Savona. Dopo aver scoperto la relazione extraconiugale del marito con una donna sposata, la signora aveva deciso di separarsi. Prima aveva intrapreso la strada sella separazione giudiziale con richiesta di addebito ma in un secondo momento aveva preferito la consensuale. Si era rivolta però al Tribunale per ottenere i danni che le modalità del tradimento plateale le avevano provocato. In primo e secondo grado la domanda di ristoro era stata respinta.

Ora la Suprema corte, alla quale la donna si è rivolta insistendo sul risarcimento, ha completamente ribaltato il verdetto. Prima di tutto, dice Piazza Cavour in motivazione, riporta ancora Cassazione.net, la richiesta di risarcimento per la relazione extraconiugale è assolutamente indipendente dalla causa di divorzio. La si può chiedere con un giudizio civile, sempreché venga provato il disagio effettivamente sofferto. In secondo luogo gli Ermellini hanno precisato che la fedeltà non è un diritto costituzionalmente garantito e quindi, in generale, non si potrebbe richiedere il risarcimento del danno tout court. Se, invece, il tradimento è stato particolarmente frustrante e ha compromesso un interesse garantito dalla nostra Carta fondamentale, come la salute psicofisica, allora si che si può ottenere il ristoro.