di Monica Raschi

SAN MARINO, 20 settembre 2011 - L’ESAME del Dna dice che quel bambino non è suo figlio, ma lui non può disconoscerlo perché secondo il Tribunale sammarinese non c’è prova di adulterio da parte della madre. E allora, è piovuto dal cielo quel piccolo? Se quello che, legalmente, dovrebbe essere il suo papà non lo è, ce ne sarà un altro. Almeno nella logica.

Purtroppo per la legge di San Marino, il piccolo stato teatro di questa singolare storia, non è così semplice: in questo caso, secondo quanto viene riferito dal tribunale, non sono state portate sufficienti prove dell’adulterio della madre. Nessuno l’ha mai vista frequantare altri uomini.
E così viene ipotizzata una situazione alla quale, sinceramente, non si era pensato e che appare ora abbastanza fantasiosa, anche se non impossibile.

LE IPOTESI arrivano dallo stesso Tribunale del Titano: «E se ci fosse stata una inseminazione artificiale, di tipo eterologo (il donatore è esterno alla coppia, ndr) e poi qualcuno si è pentito? In questo caso non c’è stato nessun tradimento ma il Dna ci dirà che quello non è il padre». Messa in questi termini la sentenza non appare così assurda. Ciò non toglie che il «non padre» dichiari di trovarsi in una situazione a dir poco incredibile.

«SONO sposato con una donna di origine straniera dalla quale, almeno cosi ritenevo — racconta l’uomo — ho avuto un figlio. Io e mia moglie da qualche tempo ci siamo separati. Nel corso della separazione mi sorgono fortissimi dubbi sul fatto che Luca (il nome è di fantasia) sia effettivamente mio figlio. Decido dopo molti tormenti di iniziare la causa per verificare se io ero o no il padre e di farlo finché il bambino è piccolissimo. La causa è stata lunghissima, perché mia moglie rifiutava di dare il suo consenso per fare la prova del Dna su Luca. Preciso che è sufficiente un goccio di saliva, niente di invasivo per lui che non ha colpa di nulla. Di fronte alle lungaggini causate da mia moglie, il giudice decide di nominare un curatore, il quale dice che la prova sarà da fare. Risulta purtroppo che Luca non è mio figlio. Addolorato per questa conferma, ma convinto di dover far prevalere la verità finché il bambino è piccolo e attendo fiducioso la sentenza. Ma quando arriva è uno choc: dice che io sicuramente non sono il padre, ma ho perso la causa e resto ugualmente padre di Luca. Il motivo? Secondo il giudice non c’è prova di adulterio e il Dna non è sufficiente a dimostrare che mi abbia tradito. Luca non è mio figlio, ma io dovrò essere lo stesso suo padre e lui, mio figlio, e non conoscerà mai il suo vero papà».

I LEGALI dell’uomo, Gloria Giardi e Paride Bugli del foro di San Marino, al momento si limitano a sottolineare che, con ogni evidenza, si tratta di una interpretazione sbagliata della norma e che in decenni di carriera non avevano mai visto nulla di simile. Gli avvocati annunciando di essere già al lavoro per la preparazione del ricorso in appello.