Lampedusa (Agrigento), 22 settembre 2011 - E’ trascorsa tranquillamente la notte a Lampedusa, teatro ieri mattina di violenti scontri tra tunisini, forze dell’ordine e isolani. Ieri sera si è rimessa in moto la macchina dei trasferimenti, ferma da alcuni giorni, per evacuare dalla maggiore delle Pelagie i circa mille extracomunitari che da martedì avevano dato vita ad una rivolta culminata nel vasto incendio che ha distrutto gran parte del centro di Contrada Imbriacola. Un fitto ponte con aereo, che si è avvalso anche del contributo di due velivoli C-130 messi a disposizione dall’Aeronautica militare, ha già portato via dall’isola circa 300 immigrati. Le operazioni di sgombero andranno avanti tutta la giornata e la situazione, secondo quanto previsto dal piano del Viminale, dovrebbe tornare alla normalità entro le prossime 48 ore.

 

Accolto dunque il disperato appello lanciato ieri dal sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis, che aveva chiesto a gran voce un’azione di forza del governo dopo l’escalation di tensione. "Oggi sono più sereno, nella notte sono stati trasferiti da Lampedusa altri trecento immigrati tunisini ed oggi sono previsti altri voli per portare via tutti gli altri clandestini che ieri hanno messo a ferro e fuoco la mia isola", ha detto il primo cittadino dell'isola all'AdnKronos.

 

"Oggi cercherò di chiamare personalmente il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per chiedergli scusa a voca delle parole offensive che ho usato ieri - ha proseguito il primo cittadino riferendosi all'incidente diplomatico sfiorato ieri con il Quirinale -. Ma era appena avvenuto uno scontro e anch'io ero stato aggredito verbalmente da un gruppo di lampedusani. Ero spaventato. Spero di riuscire a parlarci".

 

Sempre nella notte, poi, un gruppo di tunisini, trasferito ieri alla base di Sigonella, è stato accompagnato a Palermo per essere imbarcato a bordo di una nave messa a disposizione dal governo.

 

Ieri pomeriggio, ad Agrigento, sono stati fermati 8 tunisini coinvolti nella rivolta al centro d’accoglienza. Per loro al momento l’accusa è di danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e incendio, sebbene la Procura stia vagliando l’ipotesi di aggiungere a queste anche il reato di strage.

 

I tunisini ancora a Lampedusa, intanto, hanno trascorso la notte all’interno del Cie, dormendo nella zona non danneggiata dal rogo.

 

Ieri mattina la situazione era precipitata quando un gruppo di magherbini aveva minacciato di far esplodere delle bombole di gas vicino ad una pompa di benzina al molo vecchio. Il timore di incidenti, e l’esasperazione, ha fatto sì che i cittadini dell’isola reagissero innescando degli scontri che hanno coinvolto anche le forze dell’ordine schierate in assetto antisommossa. Alla fine undici persone, tra tunisini e agenti, sono rimaste ferite e sono state medicate al poliambulatorio. Per una di loro, un tunisino, è stato necessario il trasferimento in elisoccorso a Palermo. Non dovrebbero subire stravolgimenti, infine, i festeggiamenti della Madonna di Porto Salvo, la patrona di Lampedusa, il cui svolgimento ieri sembrava compromesso.

 

TORINO - E, dopo Lampedusa, rivolta e scontri si sono verificati anche al Cie di Torino, in via Santa Maria Mazzarello. Prima una manifestazione davanti al Cie di appartenenti all’area anarco-anagonista della città, che hanno gridato la propria solidarietà ai clandestini facendo esplodere qualche petardo e lanciando numerose palline da tennis contenenti fogli incitanti alla rivolta e relativi anche ai recenti scontri nei Cie Brindisi e Lampedusa. Poi, poco dopo la mezzanotte, all’interno del centro si è scatenata una violenta sommossa che ha coinvolto tutte le aree: gli immigrati hanno sfondato i cancelli di ingresso spargendosi poi nel perimetro interno del centro e cercando una via di fuga.

 

Contro i carabinieri e la polizia, che cercavano rinforzi per contenere la sommossa, sono stati lanciati calcinacci, pezzi di suppellettili strappati dalle sale mensa delle aree e sassi e una parte dei clandestini che erano riusciti ad uscire dalle due aree, circa 20 persone in tutto, sono riusciti a fuggire.

 

Due clandestini sono invece stati arrestati: il primo per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e per danneggiamento, per aver sfondato, in concorso con altri, un cancello di ingresso del Cie e poi per avere colpito con una spranga in ferro sottoposta a sequestro gli agenti intervenuti per contenere la rivolta ed impedire la fuga. Il secondo per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, per avere picchiato due carabinieri.