Cronaca

Cronaca

Potenza, 26 settembre 2011 - Il giudice di Salerno Elisabetta Boccassini ha rigettato l'istanza della famiglia Claps che chiedeva di citare quali responsabili civili della morte della figlia Elisa , scomparsa nel 1993, gli arcivescovi di Potenza Ennio Appignanesi (a capo dell'arcidiocesi nell'anno in questione) e Agostino Superbo. Il cadavere della ragazza è stato infatti trovato nel sottotetto della chiesa della Ss. Trinità a Potenza quasi 17 anni dopo la scomparsa. Data che coincide con l'omicidio (12 settembre 1993), per il quale è imputato Danilo Restivo, già condannato all'ergastolo in Inghilterra il 30 giugno scorso per l'omicidio della sarta Heather Barnett, a Bornemouth, il 12 novembre 2002.

 


La famiglia Claps, tramite la legale di fiducia Giuliana Scarpetta, aveva intentato l'azione nella certezza che i due arcivescovi fossero venuti meno ai loro compiti di controllo e vigilanza. ''Secondo il codice canonico - spiega l'avvocato Scarpetta - il vescovo ha un dovere di vigilanza sulle chiese della Diocesi. Poiché entrambi i vescovi hanno ammesso nel loro esame testimoniale che la chiesa della SS. Trinità era sfuggita al loro controllo per la resistenza del parroco don Mimì Sabia, e poiché si è visto che entrambi i vescovi non hanno utilizzato gli strumenti che avevano per esercitare il loro dovere di controllo, come l'avvicendamento del parroco, noi li abbiamo ritenuti responsabili civili di quello che é accaduto nella chiesa della SS. Trinità. Una chiesa dove è stato consentito che Elisa fosse uccisa e che per 17 anni il suo corpo rimanesse lì. Una chiesa dove è risaputo che don Mimì non permise l'ingresso neanche ai parroci a cui si erano rivolti i familiari di Elisa''.

 


Il giudice però è stato di diverso avviso ed ha respinto la citazione in capo ai due presuli. Tra la famiglia Claps e la Chiesa di Potenza rimane in atto lo scontro che ha anche altri risvolti giudiziari. Infatti i familiari della ragazza uccisa si sono opposti alla costituzione di parte civile preannunciata dal vescovo Superbo nel giudizio per rito abbreviato che si terrà a Salerno l'8 novembre nei confronti di Danilo Restivo, accusato dell'omicidio della studentessa.
 

 

Elisabetta Boccassini, giudice del procedimento abbreviato, ha però deciso in altro modo: solo nel caso in cui fosse stato vivo don Mimì Sabia - questa la posizione del giudice - la famiglia Claps avrebbe potuto considerarlo responsabile civile.  I Claps ribadiscono: ''Andiamo avanti perché non abbiamo alcuna intenzione di fermarci a Danilo Restivo. Vogliamo far luce sulle coperture, sui silenzi colpevoli''.