Bologna, 12 ottobre 2011 - In attesa dell'I-Day, la 'giornata dell'indignazione', che si terrà sabato prossimo a Roma, oggi Bologna è stata teatro di scontri tra gli indignados italiani e le forze dell'ordine, con tanto di lancio di uova e di vernice davanti alla sede della Banca d’Italia.

 

SCONTRI A BOLOGNA - Si è concluso in piazza Verdi poco dopo le 13 il corteo degli ‘indignados’ partito questa mattina a Bologna davanti alla sede della Banca d’Italia in piazza Cavour dove ci sono stati due scontri tra le forze dell’ordine e i giovani che volevano entrare nell’istituto di credito. Il corteo è entrato nella sede della Corte d’Appello in via Monticelli, urlando slogan, stracciando alcune carte degli ufficiali giudiziari e gettando dalla finestra alcuni registri dei protesti e dei pignoramenti. All’interno degli uffici è stata anche sfondata una porta. Gli ‘indignados’ hanno poi ripreso il cammino lungo via Zamboni per fermarsi in piazza Verdi dove hanno attaccato alcuni manifesti ai muri, con le ragioni della protesta. Oltre al lancio di uova e di vernice davanti alla Banca d’Italia e ai disordini nella sede della Corte d’appello, una ragazza è stata ferita alla bocca e soccorsa dal 118 che l'ha portata all'Ospedale Maggiore da dove è stata poi dimessa. Qualche contuso lieve tra gli manifestanti, ma anche tra le forze dell’ordine. Il bilancio serale parla di 12 feriti (sei poliziotti e sei carabinieri) . Gli agenti hanno caricato due volte i manifestanti che hanno tentato di entrare negli uffici della Banca centrale. La manifestazione è stata filmata dalla Digos: sicuramente partiranno denunce. Tra i reati ipotizzati la manifestazione non preavvisata. Per i tafferugli in piazza Cavour si parla anche di lesioni e violenza a pubblico ufficiale. Per il blitz all'ufficio Unep di vicolo Monticelli ipotizzato il reato di danneggiamento e invasione di edifici. 

 

QUI MILANO - Una delegazione del coordinamento milanese verso la manifestazione nazionale degli “indignati”, in programma sabato prossimo a Roma, ha consegnato oggi nella sede meneghina della Banca d’Italia una lettera con le proprie richieste contro la crisi e le banche. I manifestanti, in rappresentanza di diverse realta’ tra cui Cub, Usb, San Precario, Arci e popolo viola, chiedono, tra l’altro, “la cancellazione dell’articolo 8 dell’accordo tra sindacati e Confindustria”, “il salario minimo”, “il diritto all’insolvenza e il diritto di riappropriarci di cio’ che ci e’ stato sottratto con la forza dell’inganno da banche, speculazioni finanziarie e governo connivente”. La lettera è stata consegnata al vicedirettore della sede milanese, Giovanni Mario Alfieri. Il gruppo ha acceso fumogeni e srotolato uno striscione con la scritta “Voglia di sciopero precario” ed è rientrato con un breve corteo fino a piazza Cordusio, dove è stato allestito un banchetto. L’ingresso della sede della Banca d’Italia è stato sorvegliato dalle forze dell’ordine durante l’intera manifestazione.

 

QUI NAPOLI - Gli indignati napoletani, dopo l’occupazione per breve tempo della Banca nazionale del lavoro, sono ritornati davanti alla sede della Banca d’Italia in via Cervantes nel centro di Napoli. Continuano i cori e gli striscioni di protesta a firma dei Draghi ribelli che hanno annunciato nuove iniziative. Gli indignati hanno apparecchiato delle tavole per “mangiare la crisi”, come recita il loro slogan. Hanno portato tavolini, tovaglie a quadretti, piatti e bicchieri e stanno mangiando spaghetti al pomodoro e pagnotte di pane e mortadella.
Sulla tavola c’è un cartello con la scritta “Non contate su di noi, questi erano gli ultimi soldi rimasti”. La protesta ha suscitato la curiosità dei passati - alcuni dei quali si fermano a mangiare e a osservare la singolare iniziativa dei giovani che protestano contro la crisi e la manovra finanziaria. “Hanno mangiato parti delle nostre vite, ora per una volta mangiamo noi e banchettiamo davanti alla Banca d’Italia”, è il coro dei ‘draghi ribelli’, come si fanno chiamare i manifestanti.

 

QUI ROMA - "Non portare con sé bandiere e simboli di partito, movimenti o sindacati, ma solo la bandiera italiana e la costituzione. Non agire in modo violento". Questo il manifesto degli indignati tricolori che oggi hanno bloccato il traffico in via del Corso, a Roma, dopo essersi dati appuntamento tramite la rete. "Siamo venuti a Roma da tutta Italia in sostegno di Gaetano Ferrieri - dicono i manifestanti - che dal 4 giugno sta facendo lo sciopero della fame per chiedere l’abolizione dei privilegi per i parlamentari". In un primo momento era stato annunciata la connvergenza dei manifestanti verso la sede di Bankitalia, ma in una via Nazionale già blindata per l'imminente arrivo di Giorgio Napolitano al convegno cui parteciperà anche il governatore Mario Draghi, ci sono sono forze dell'ordine e giornalisti in quantità inusuale mentre in cielo volteggia un elicottero. Di avamposti di indignados, in attesa della grande manifestazione di sabato, per il momento neanche l'ombra. E il motivo è presto detto: le forze dell'ordine hanno bloccato i circa 500 manifestanti sulla scalinata di palazzo delle Esposizioni, da dove ora proseguono la loro protesta contro ''la politica delle banche'' a distanza di sicurezza da Palazzo Koch. Partiti da Montecitorio verso l'ora di pranzo i giovani ''senza futuro'' erano diretti in via Nazionale alla sede della Banca, ma la polizia ha transennato le strade senza consentire il passaggio. Gli indignados hanno chiesto allora alle forze dell'ordine di permettere che una loro delegazione consegni una lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella lettera, gli indignados invitano il Capo dello Stato a "farsi garante della Costituzione" e manifestano tutta la loro rabbia "contro i tagli previsti dalla manovra". Poi attorno alle 17 il corteo si muove. ''A pagare il debito sia chi lo ha creato': questo il grido degli Indignados di Roma che lasciano la scalinata di Palazzo delle Esposizioni per avvicinarsi ai blindati della polizia che transennano via Nazionale. ''Draghi meno mercati più welfare'' si legge su molti striscioni.  E ancora: ''Il fallimento salvaguarda la vita dei precari'', ''Yes we camp'', ma anche - in plaeale romanesco - l'inconfondibile "A li mortacci vostri". I giovani in protesta, molti dei quali con il volto coperto da maschere di Draghi ribelli, attaccano sulla camionetta che ostruisce il passaggio della sede di Bankitalia un manifesto indirizzato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "C'e' una generazione esclusa dai diritti e dal benessere", si legge nel manifesto. I 'draghi ribelli' chiedono al capo dello Stato un ''atto di semplice giustizia'', e cioè "che non siano sempre gli stessi a pagare questa crisi. Siano piuttosto coloro che l'hanno prodotta a pagare attraverso una tassazione delle rendite finanziarie, delle transazioni, dei patrimoni mobiliari e immobiliari. Le risorse ci sono - prosegue la lettera indirizzata al capo dello Stato -, si trovano nel mondo della finanza che sta cancellando la democrazia: è  lì che vanno reperite per distribuirle equamente". Poi, constatata l'impossibilità di superare il cordone di polizia, scatta la scelta di piantare le tende. La parola d'ordine è chiara: "Rimarremo qui fino a sabato".  E sono da poco passate le 20, quando, scortati dalla Digos e con la maschera da 'draghi ribelli' sul viso, tre degli indignados ottengono finalmente il permesso di  consegnare una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché prenda la  parola sulla situazione reale del paese. 

 

QUI ANCONA - Banca d'Italia nel mirino pure ad Ancona, Davanti alla sede marchigiana dell'istituto di credito, oggi pomeriggio meno di una ventina di indignados locali ha improvvisato una manifestazione di protesta. Sono stati gridati slogan contro le ricadute della crisi ed è stato appeso uno striscione sul portone d'ingresso dell'istituto, a quell'ora già chiuso.

 

QUI FIRENZE - Esponendo uno striscione con scritto 'Ama la Vita, Odia le Banche' alcuni militanti e simpatizzanti di Fds e Prc che si riconoscono nel movimento degli 'Indignati' hanno protestato davanti alla sede fiorentina della Banca d'Italia. I manifestanti hanno protestato contro ''i diktat della Bce e di Draghi'' per uscire dalla crisi. A un dirigente della sede fiorentina della Banca d'Italia è stata consegnata una lettera che motiva la contrarietà alle soluzioni proposte dalla Bce per sanare il debito pubblico.

 

 IL BLOG DI DI PIETRO - “Sabato prossimo, quindici ottobre, sarà una giornata molto importante per l`Italia e per l`Europa. Ci saranno manifestazioni in centinaia di città, e anche da noi, a Roma. E' impossibile non sentirsi profondamente solidali con i giovani e con i cittadini che manifesteranno pacificamente, e non condividerne l`indignazione”, scrive sul suo blog il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. “Come si fa a non sentirsi indignati e offesi scoprendo che quelli che hanno provocato la crisi, dopo essersi fatti salvare a spese dei contribuenti, si sono arricchiti più che mai mentre intorno a loro la stragrande maggioranza della popolazione s`impoveriva sempre di più? Come si fa a non scandalizzarsi vedendo che le formule con cui è stata sinora affrontata la crisi hanno precipitato nella miseria e nella disoccupazione intere popolazioni senza nemmeno riuscire, in cambio, a risolvere la situazione? Inutile nascondersi dietro un dito: in Italia ci sarà una ragione di più per manifestare pacificamente la propria indignazione. Questo governo ha affrontato la crisi peggio di tutti gli altri, e oggi con la sua sola permanenza al potere la rende ogni giorno più grave. Noi manifesteremo a Roma anche per spingere le sue immediate dimissioni che noi continuiamo a ritenere indispensabili”.

 

INTERVIENE MONTEZEMOLO - La protesta dei cosiddetti indignati, che oggi hanno manifestato a Roma, è "per molti aspetti comprensibile perché il problema dei giovani è uno degli aspetti cruciali del paese, e un paese che non investe sui giovani si assume una grande responsabilità". Lo ha affermato il presidente della Ferrari e della Fondazione ItaliaFutura, Luca Cordero di Montezemolo, a margine della XXII conferenza nazionale della sanità pubblica all'università La Sapienza di Roma.Interpellato dai cronisti al termine del suo intervento se giudicasse comprensibile la protesta dei giovani, Montezemolo ha risposto: "Sì, perché sento tanto parlare di precariato ma poi non vedo delle azioni tendenti ad affrontare veramente questo problema". Per Montezemolo, "questo è un tema fondamentale e dobbiamo affrontarlo". Augurio finale: "Auspico che i giovani che sono già straordinariamente impegnati nel volontariato si avvicinino un po' alla politica nel senso di bene pubblico perché il futuro è loro e loro devono dare un contributo".