Bari, 12 ottobre 2011 - La Procura della Repubblica di Bari ritiene che per l’arresto di Valter Lavitola mancano i gravi indizi nell’individuazione del reato di induzione a mentire all’autorità giudiziaria nei confronti di Gianpaolo Tarantini.

 

Il Procuratore aggiunto di Bari, Pasquale Drago, ha incontrato informalmente i giornalisti, confermando il suo riserbo sugli atti d’ufficio, ma ha confermato di aver affrontato solo il problema cautelare nella richiesta di revoca depositata all’Ufficio del gip "dopo matura e sofferta riflessione".

 

Nella richiesta del pm, a quanto si apprende, è scritto che è necessario capire esattamente come si è svolta la vicenda relativa alla consegna del danaro che il premier, Silvio Berlusconi, avrebbe consegnato a Gianpaolo Tarantini con la mediazione di Lavitola. Finora, si evince da fonti della Procura, "nessuno è riuscito a capire esattamente come si sono svolti i fatti". Quindi, vi è la necessità di "chiarire diversi aspetti". Al termine delle indagini, affermerebbe Drago nel provvedimento, sarà affrontata la questione della competenza ad indagare della Procura di Bari.

 

POLEMICA SUGLI ISPETTORI - Intanto, continua a fare discutere la scelta del ministro della Giustizia, Nitto Palma, di inviare gli ispettori alle procure di Napoli e Bari. La scelta non scandalizza il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, che spiega: "Sono contro le teorie complottiste da qualunque parte vengano. Il potere ispettivo appartiene alle attribuzioni del ministro della giustizia e quindi non mi scandalizza che venga esercitato. Gli ispettori - ha aggiunto ancora Vietti - sono magistrati e quindi sono certo che sapranno rispettare l’autonomia e l’indipendenza dell’attività giurisdizionale dei propri colleghi. Ciò fa parte del nostro assetto costituzionale in cui il sistema giudiziario è in qualche modo coodiretto da un lato dal ministro e dall’altro dal Csm. Tutte le autovetture che hanno due volanti possono rischiare qualche volta di avere qualche piccola oscillazione ma bisogna fare il massimo sforzo perché ci sia leale collaborazione tra le istituzioni, come il Csm ha sempre fatto e continuerà a fare".

 

Preoccupata, invece, l’Anm per la quale le ispezioni potrebbero interferire sull’attività giudiziaria: "La Giunta esecutiva centrale dell’Anm esprime preoccupazione e perplessità per l’iniziativa del Ministro della Giustizia di disporre un’ispezione presso le Procure di Napoli e di Bari, in quanto l’inchiesta amministrativa affidata agli ispettori ministeriali può interferire sullo svolgimento dell’attività giudiziaria”, dichiara l’Associazione nazionale magistrati in una nota. "Si tratta di un’iniziativa certamente rientrante tra i poteri del ministro, ma che per le modalità e i tempi in cui è stata avviata rischia di alterare il corretto rapporto tra le attività di indagine degli uffici di Procura e il potere ispettivo del ministro".