Roma, 16 settembre 2011 - Ha lavorato bene o lavorato male? E siamo sicuri che non potesse lavorare meglio, soprattutto nella fase di prevenzione? E come mai appena una ventina di fermi e la miseria di 12 arresti? Il giorno dopo la devastazione di Roma, l'operato delle forze dell'ordine e, in particolare della Polizia, cui da sempre spetta il coordinamento in tutte le grandi manifestazioni di piazza, alimenta polemiche non necessariamente strumentali. Collegate - anche - alle condizioni di estrema sofferenza per organico, stipendi, budget e dotazioni che tutte le forze dell'ordine stanno vivendo. E' un dibattito civile, persino doveroso, dopo i complimenti che gli agenti sul campo hanno riscosso in forma non retorica e neppure rituale da tutti i rappresentanti delle istituzioni. E ci sono vari livelli ai quali agganciare la discussione, se è vero che il ministro dell'Interno Roberto Maroni martedì andrà in Senato per riferire "illustrando le iniziative" che intende "assumere per evitare che quello che è accaduto possa ripetersi''.

 

LIVELLO MINISTERIALE - Maroni ha ringraziato forze dell'ordine, prefetto e al questore perché "grazie ad una gestione equilibrata dell'ordine pubblico, hanno evitato che ci scappasse il morto, e iI rischio era concreto". Peccato che domenica, mentre su Roma convergevano migliaia di Indignati per una manifestazione pacifica nelle intenzioni, ma comunque ad alto rischio, "Maroni fosse a Varese", denuncia il socialista Bobo Craxi. E non distende certo gli animi il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, quando da Washington osserva: "Credo che ieri si sia veramente cercato il morto. Mi viene in mente che qualche politico l'aveva detto. Pensiamoci tutti". Ce l'ha con di Antonio Pietro, pur senza citarlo. Ma il leader dell'Idv si era già smarcato alla vigilia della manifestazione dicendo: "Condanno la violenza ma la temo. E credo che, nel caso la violenza esplodesse, il palazzo dovrebbe sforzarsi di capirne le ragioni". Roberto Menia, ex An, ora Fli, è tranciante: "Maroni ha gestito piazza San Giovanni come il pratone di Pontida. Quanto a La Russa, fa solo meschina disinformazione politica". Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv alla Camera, ritiene lesi i diritti degli Indignati a manifestare: "I professionisti dello scasso e della violenza pianificata a tavolino non arrivano dal pianeta Marte. Chiederemo al ministro perché i black bloc abbiano potuto agire con tale violenza".  Rincara la dose Menia: ''Maroni e La Russa siano convincenti nello spiegare al Parlamento e agli italiani il fallimento dell'intelligence e della gestione dell'ordine pubblico di rito padano".

 

LIVELLO INTELLIGENCE - "I vertici sapevano già prima della giornata di ieri che i black bloc avrebbero organizzato la violenza durante la manifestazione degli Indignati", è l'accusa dell'attore Michele Placido, lanciata stamane alla petizione dell'Udc contro le auto blu. ''Come ex poliziotto - ha detto Placido riferendosi al ruolo di commissario Cattani, da lui interpretato - devo dire che in alto sapevano tutto, come anche a Genova nel 2001. Domandiamoci come mai su 900 città in cui si sono svolte queste manifestazioni, la violenza sia esplosa solo a Roma. Il lavoro della polizia sul campo ieri è stato ineccepibile, ma, prima, chi sta in alto che cosa ha fatto? I black bloc erano in 3.000, mica due gatti. E poi mi meraviglia che ci siano stati così pochi arresti: possibile? Facciano un'inchiesta come si deve, con nomi e cognomi''. "Gli indignati hanno manifestato in tutto il mondo e in nessun'altra città si è scatenata la violenza vista a Roma - dichiara Fabrizio Santori (Pdl), presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale - Come mai solo 12 arresti?".  Il segretario generale dell'Ugl Polizia di Stato, Valter Mazzetti, è durissimo: "Poiché da tempo si sapeva che il corteo degli indignati sarebbe stato imponente e che avrebbe potuto sfociare anche in violenze, il ministro Maroni avrebbe dovuto agire". Eppure, solo giovedì scorso durante la riunione del Casa (Comitato di analisi strategica antiterrorismo), l'Aisi (l'Agenzia informazione e sicurezza interna)  aveva anticipato che la manifestazione degli indignati avrebbe segnato un "punto di non ritorno". Chi ha sottovalutato la segnalazione dei servizi segreti? Chi non ha capito la saldatura in atto tra anarco-insurrezionalisti, iper-antagonisti ormai usciti dall'alveo dei centri sociali e ultrà del calcio sempre pronti all'azione?

 

LIVELLO POLITICO - Alla vigilia della manifestazioni i timori erano più per le possibili ricadute politiche, in rapporto alla già traballante situazione del Palazzo, che non all'ordine pubblico vero e proprio. L'idea che una parte minoritaria dei manifestanti potesse trascendere c'era, ma non a questi livelli. Altrimenti un uomo di destra come Gianni Alemanno, sindaco di Roma, non avrebbe invitato la polizia ad avere il massimo della "flessibilità" nella gestione dell'ordine pubblico. Chiuse alcune fermate del metrò, deviata la circolazione, Roma pensava di cavarsela al massimo con qualche vetrina rotta. Stupisce per esempio l'assenza di alcuni accorgimenti minimi come spostare per ventiquattrore i cassonetti fuori dal percorso (così nessuno li avrebbe incendiati), o consigliare i romani di spostare le loro auto di qualche centinaio di metri: così, giusto perché nessuno le rigasse (e mica si pensava ai roghi). Sono mancati persino questi consigli da buon garagista. E chi ci doveva pensare? L'Unione Carrozzieri del Lazio? La Croce Rossa? La San Vincenzo de' Paoli?

 

LIVELLO AGENTI - "I veri indignati siamo noi poliziotti. Indignati contro i delinquenti che hanno trasformato una protesta pacifica nell'ennesima mattanza contro le forze dell'ordine, contro i cittadini e contro una città che tutto il mondo ci invidia come Roma. Indignati anche contro il Governo che, appena due giorni fa, col ddl stabilità, ha tagliato altri 60 milioni di euro alla sicurezza, proprio sui capitoli di bilancio dedicati all'ordine pubblico e alle missioni", grida Nicola Tanzi, segretario del Sap. Tutti i sindacati di Polizia sono sul piede di guerra. Per Antonio Scolletta del Comparto Sicurezza dell'Ugl, "sono in malafede o ignorano totalmente cosa significhi garantire l'ordine pubblico in simili circostanze tutti coloro che criticano l'operato delle forze di Polizia, tra i quali va ricordato il numero ingente di feriti, di cui nessuno oggi si preoccupa. Ciò che si può fare in una manifestazione come quella di ieri - prosegue il sindacalista - è solo limitare i danni, evitando soprattutto vittime, mentre si mettono necessariamente nel calcolo saccheggi e devastazioni".

 

LIVELLO PREPARAZIONE - "Purtroppo - continua Scolletta - stavolta facinorosi e violenti si sono mossi contemporaneamente e su più fronti, facendosi vigliaccamente scudo della massa più numerosa dei manifestanti pacifici ed approfittando del vantaggio offerto dalla particolare morfologia del territorio come il centro storico di Roma". A quel punto, era difficile fare di più.  Conclude Scolletta: "Le forze dell'ordine hanno dovuto garantire simultaneamente il diritto di manifestare delle decine di migliaia di persone accorse da tutta Italia, preservare la loro incolumità e quella dei cittadini, tutelare i beni pubblici e privati, preservare, nella misura possibile, l'incolumità degli operatori di polizia. Risultato garantito egregiamente, grazie anche al fatto che la Polizia italiana è l'unica in Europa ad avere una Scuola di ordine pubblico".

 

LIVELLO MEZZI - Il tutto con personale insufficiente e mezzi spesso obsoleti. Contro sampietrini, spranghe, mazze, fionde, biglie d'acciaio, pali stradali, i poliziotti sul campo hanno dovuto fare i conti anche con lacrimogeni scaduti.  Denuncia il Coisp con una nota: "Sempre meno uomini, sempre peggio equipaggiati, sempre peggio pagati ed in molti casi obbligati a lavorare senza essere pagati per le missioni, per il lavoro straordinario oppure a dover pagare di tasca propria gli accompagnamenti degli stranieri, i viaggi e la benzina costretti a sottrarre i soldi dal proprio già esiguo bilancio familiare. E' arrivato il momento di dire basta".   

 

LIVELLO CORSE - Magari, con più uomini sul campo, non sarebbe stato necessario che gli agenti alla guida delle autoblindo improvvisassero quelle pazzesche gimkane che solo per un miracolo non hanno messo sotto le ruote qualche manifestante, o viceversa, sacrificato un rappresentante delle forze dell'ordine, prigioniero del suo mezzo (e poi quasi lapidato mentre fuggiva dall'autoblindo dato alle fiamme).  "Se i poliziotti inviati negli stadi per le partite di calcio fossero stati impiegati per la manifestazione, gli incidenti ed i danni sarebbero stati sicuramente molto meno gravi", riprende il segretario di Ugl Polizia, Valter Mazzetti, pensando probabilmente a tutte quelle operazioni di controllo e filtraggio che, per scelta strategica ma forse anche per carenza di personale, non sono state svolte.
 

 

LIVELLO RABBIA -  "Vorremmo - si legge in una nota del Coisp - un Ministro dell'Interno che faccia il Ministro dell'Interno a tempo pieno, che lotti e conquisti i mezzi e le risorse per attuare un controllo dell'ordine e sicurezza pubblica che l'Italia unica ed indivisibile merita. Non abbiamo bisogno di ministri, sottosegretari e politici di tutti gli schieramenti, in particolare appartenenti alla maggioranza che sostiene il Governo, che oggi a chiacchiere ci danno il loro sostegno e la loro solidarietà quando appena poche ore addietro sono state tagliate ulteriori risorse alla Polizia così da creare sempre più difficoltà al lavoro. Quindi per cortesia - conclude la nota rivolta alla maggioranza di governo - risparmiateci la vostra solidarietà, finché non sarà accompagnata da atti conseguenti, finché non sarete in grado di fare qualcosa per assicurare il funzionamento del sistema sicurezza e conseguentemente i livelli di sicurezza che i cittadini chiedono".

 

LIVELLO COLLETTA -  "Oggi contiamo i feriti - annuncia il segretario del Sap Nicola Tanzi - e siamo stufi di dover stilare ogni volta questo triste bilancio. Dopodomani, martedì 18 ottobre, saremo perciò noi ad essere pacificamente in piazza in tutte le città italiane per un'iniziativa senza precedenti: chiederemo un contributo ai cittadini per acquistare carburante per i nostri automezzi". Una colletta civica, "che siamo costretti a fare - dice Tanzi - perché da qui a qualche tempo rischiamo di non essere più in grado di garantire la sicurezza dei cittadini. Al Governo, al di là di tanta solidarietà ora domandiamo fatti concreti". Benzina, non parole.