Roma, 17 ottobre 2011 - Gli appartenenti alle forze di polizia e ai vigili del fuoco scenderanno domani in piazza davanti alla Camera, al Senato e nelle principali piazze delle città italiane per chiedere ai cittadini un contributo per acquistare carburante da destinare alle volanti e agli automezzi.

La clamorosa iniziativa e’ stata annunciata dai maggiori sindacati della polizia di stato (Siulp, Sap, Ugl e Consap), della polizia penitenziaria (Sappe, Uilpe, Fns Cisl e Ugl), del corpo forestale dello Stato (Sapaf, Ugl, Fesifo, Fns Cisl e Uil) e dei vigili del fuoco (Fns Cis, Uil VVFF, Conapo e Ugl VVFF) e prevede presidi e sit-in in ogni città italiana.


A Roma l’iniziativa si svolgerà dalle 10 alle 18 e i poliziotti porteranno in piazza davanti alla Camera e al Senato dei fusti di benzina vuota per sensibilizzare i cittadini sulle carenze relative agli automezzi delle forze dell’ordine. Non solo. Ai cittadini verrà chiesto di dare un contributo, anche piccolo, per comprare carburante necessario alle volanti e agli automezzi.

 Non verranno materialmente raccolti soldi, ma a tutti coloro che vorranno contribuire sarà consegnata una sorta di obbligazione con gli estremi del fondo assistenza del dipartimento di pubblica sicurezza dove versare la somma che si ritiene opportuna. Ai cittadini sarà una cosegnato un facsimile di cedola con scritto: “Obbligazione per avere maggiore sicurezza, legalità e sviluppo”.


“La nostra mobilitazione si rende necessaria - spiegano in una nota congiunta i sindacati - perche’ il Governo negli ultimi tre anni non ha tenuto fede ai vari impegni presi, riducendo i comparti sicurezza e soccorso pubblico sul lastrico. Appena tre giorni fa l’Esecutivo ha tagliato altri 60 milioni di euro, nell’ambito del ddl stabilita’, alle voci di bilancio destinate all’ordine pubblico e alle missioni”.


“Siamo davvero arrivati al game over. Entro poche settimane termineranno gli ultimi buoni benzina necessari per le nostre volanti, dopodichè non potremo più presidiare i quartieri della città. La responsabilità di tutto questo - concludono i sindacati - è del Governo che ci costringe a questa clamorosa manifestazione, che potrebbe essere solo la prima di una lunga serie”.