Buenos Aires, 19 ottobre 2011 -   Adolf Hitler si è davvero suicidato quel 30 aprile 1945 nel bunker di Berlino?      Il suo corpo è diventato cenere nel 1970 e quel poco che resta del suo cranio negli archivi storici di Mosca non può essere comparato con nessun Dna. E' logico perciò che il mistero attorno al Fhurer si sia trasformato in un'altra verità: Hitler è fuggito in Argentina in gran segreto. Gli ultimi due scrittori che hanno sposato in pieno la prima teoria sostenuta dal giornalista argentino che l'ha pubblicata nel suo libro "Hitler in Argentina" tradotto anche in tedesco, sono due giornalisti inglesi: Gerrard Williams e Simon Dunstan.

Anche loro sostengono di avere fatto moltissime ricerche e aver trovato altrettanti riscontri al sospetto che il Fhurer non sia morto in Germania, bensì si sia rifugiato in Patagonia con Eva Braun, abbia avuto qui due figli con la neomoglie e infine sempre qui sia morto nel 1962.

La casa di Hitler era già stata individuata anche dal giornalista argentino. E' una casa a due piani con tre stanze al primo piano comunicanti con due bagni. Un'insolita architettura che ne ricalca perfettamente un'altra: quella che Hitler usava per le sue vacanze in Baviera. La teoria del nuovo libro (ormai il terzo: ne è stato pubblicato anche uno dello storico paraguayano Mariano Liano dal titolo "Hitler, i nazisti in Partagonia") ricostruisce gli ultimi giorni prima della caduta del Terzo Reich nella capitale tedesca. Hitler, sapendo di essere stato tradito dai suoi gerarchi (uno di questi era il marito della sorella di Eva Braun) e ormai col fiato dei russi addosso, avrebbe preso accordo con i servizi segreti americani per lasciare il bunker prima del loro arrivo.

Sarebbero stati tre sommergibili, con sette persone a bordo, tra cui la moglie Eva sposata in gran fretta il 29 aprile, a raggiungere prima la Spagna e poi la città di Cordoba, la città più antica dell'Argentina, a 800 chilometri da Buenos Aires.

 Hitler sarebbe giunto in Argentina nel '46, quando il generale Juan Peròn era al potere e, come noto, aveva già offerto ampia collaborazione per dare ospitalità e rifugio segreto ai nazisti fuggiti dalla Germania conquistata dall'Armata russa. La prima casa di Hitler infatti sarebbe stata in un villaggio (La Falda), occupata da agenti del Terzo Reich.

In seguito Hitler si sarebbe spostato nella provincia di Rio Negro con i famosi sommergibili che una volta giunti nella caletta sarebbero stati prontamente affondati per non lasciarne alcuna traccia.

Nella provincia del Rio Negro c'è la famosa località di Bariloche, oggi chiamata la "piccola Svizzera". A ridosso delle Ande cilene, abitata dai mapuche (gli indios patagonici) e dagli europei (austriaci, tedesci, ebrei e bellunesi che qui vennero prima della guerra) con case in stile bavarese, immersa nei laghi e circondata dalle montagne, oggi vive di turismo soprattutto invernale.

Bisogna immaginarla nel dopoguerra europeo: un luogo isolato e difficilmente raggiungibile (senza aeroporto), incontaminata e silenziosa, protetta dagli stessi abitanti muti come pesci visto che di Priebke, anni e anni dopo, ebbero a dire che mai si sarebbero sognati di denunciarlo perchè aveva la salumeria più buona di tutta la provincia. In un lembo di terra dove convivevano ebrei e tedeschi in pace, nazisti e indios, che ci avrebbe fatto Hitler?

Secondo gli scrittori inglesi, assolutamente niente. Insomma si sarebbe goduto il panorama, la moglie e i figli fino alla morte sopraggiunta nel 1962 (a 75 anni).

Del mito di Hitler in Argentina, Conrad Meier, un ricercatore di storia locale di Bariloche, se ne fa un baffo. Anzi, smentisce tutto. L'ipotesi che Hitler visse a Villa La Angostura (località a 82 chilometri da Bariloche) è solo una grande seduzione, dice. Anzi, la definisce una fantasia: "Non esiste nessun documento, nè un testimone diretto della sua presenza qua". Meier è nato e cresciuto in quella località, e della casa attribuita a Hitler (la Inalco) sa praticamente tutto perchè ci andava a prendere il latte da un fattore negli anni '50 e mai vide strani movimenti o persone nascoste. Oltretutto, sostiene il ricercatore, a quel tempo nella cittadina vivevano 500 persone. Ben difficile non conoscerne due, o almeno una: anche se si fosse tagliato i baffi, Hitler non sarebbe stato uno sconosciuto neppure al Sud del mondo.

Fatto sta che la Estancia Idalco della fredda Patagonia, affacciata sul lago Nahuel Huapì, a 800 metri sul livello el mare, 452 ettari di tereno attorno, è in vendita su un sito immobiliare patagonico. Sotto l'annuncio è ben specificato: Hitler ha vissuto in questa estancia? Oltre al turismo che ci va a curiosare, i libri pubblicati e la fama arrivata in tutto il mondo, già 2.284 persone hanno lasciato traccia nel sito della vendita. Il prezzo? Zero dollari. C'è spazio per deciderlo sui due piedi.