Roma, 21 ottobre 2011 -  In piazza del Popolo, per la manifestazione dei lavoratori Fiat e Fincantieri, ci sono circa 12mila persone. E’ la stima fornita dallo stesso sindacato, che specifica che 6mila sono i lavoratori approdati in pullman da fuori Lazio e altrettanti sono arrivati dalla Regione.  L’atteggiamento de l’a.d. di Fiat, Sergio Marchionne, che non ha voluto svelare i piani del Lingotto “rafforzano le ragioni dello sciopero di oggi”. Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, conversando con i cronisti poco prima della partenza del corteo delle tute blu.

 

LA SPEDIZIONE DEI MILLE - Il corteo dei metalmeccanici di Fiat e della Fincantieri era composto da circa un migliaio di persone. Sulla terrazza del Pincio e lungo la discesa che porta a piazza del Popolo erano schierate alcune decine di Carabinieri mentre gli accessi alla piazza sono sorvegliati da un centinaio di agenti della Polizia.“Il lavoro è un bene comune. Da Pomigliano a Mirafiori difendiamo ovunque contratto e diritti”. E’ quanto si legge sullo striscione che apre il corteo dei lavoratori della Fiat che partecipano alla manifestazione organizzata dalla Fiom a Roma. I manifestanti stanno sfilando lungo i viali di villa Borghese per raggiungere piazza del Popolo. Su una grande vignetta Sergio Marchionne, a.d. del Lingotto, è ritratto come un bandito: “Mani in alto! O il lavoro o i diritti”, ‘intima’ ai lavoratori.

 

IRONIA PER  FORZA - “In Piazza del Popolo dobbiamo pur arrivarci, non possiamo mica volare” dice Maurizio Mandini, leader della Fiom, mentre guida il corteo dei metalmeccanici della Fiat, della componentistica e di Fincantieri verso Piazza del Popolo. La manifestazione indetta contro il Lingotto è stata infatti autorizzata solo per piazza del Popolo. I lavoratori si sono dati appuntamento a porta Pinciana e da li sono scesi lungo i viali di villa Borghese fino a piazzale Flaminio, da dove entreranno in piazza. Il corteo è assolutamente pacifico.“E’ la dimostrazione - aggiunge Landini - che le cose si possono fare in modo democratico e pacifico per difendere il lavoro e i diritti”.

 

AVVISO ALLA FIAT - “Occorre che Marchionne accetti di discuterte il piano, che si impegni davvero a fare gli investimenti che ha annunciato e che tenga aperti gli stabilimenti. Invece sta succedendo esattamente l’opposto - aggiunge Landini -. Trovo folle che nel nostro Paese non ci sia nessuno, non dico la Fiom, ma nemmeno i sindacati che hanno firmato o il governo, che sappia esattamente cosa vuole fare Marchionne. Ed e’ davanti agli occhi di tutti - conclude - che gli investimenti li sta facendo da un’altra parte, che la cassa integrazione aumenta e che c’è il rischio di chiusura degli stabilimenti”.

 

VENDOLA AGGREDITO - “Pezzo di merda. Quelli di sabato non sono barbari, hai capito?”. A margine della manifestazione Fiom di piazza del Popolo, un isolato ‘manifestante’ affronta a muso duro il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e leader di Sinistra e Libertà. Accade davanti al bar Canova, mentre Vendola sta lasciando la piazza affollata dai lavoratori. U n uomo dall’apparente età di una cinquantina d’anni, capelli bianchi, borsa a tracolla, giubbotto anti vento, gli si fa incontro e gli rinfaccia le parole con cui Vendola ha condannato gli incidenti provocati dai black bloc nella manifestazione di sabato scorso. Il cronista della Dire assiste alla scena. “Non ti devi permettere di dire che quelli di sabato erano barbari, hai capito?”, intima lo sconosciuto a Vendola che rimane spiazzato. Il leader di Sel vorrebbe replicare ma quello non gli dà spazio. “Perché quello che ci fanno a noi è giusto? Pezzo di merda, quei ragazzi non sono barbari”, urla il manifestante mentre si scaglia contro il presidente della Puglia. Riesce a spingerlo e vorrebbe andare oltre se non intervenisse prontamente il servizio di scorta di Vendola.

 

MOMENTI DI TENSIONE - Il leader di Sel, visibilmente scosso, si allontana di pochi passi, non vuole segnalare l’accaduto alle forze dell’ordine. Si ferma pochi passi più in là a prendere fiato. Vicino a lui ci sono il portavoce Paolo Fedeli, il fidato Ciccio Ferrara.All’Agenzia Dire, il leader di Sel commenta: “Come hai visto quello non è un manifestante. Sta fuori, si tiene ai margini della piazza, loro sono così, sono degli speculatori, dei parassiti, degli sciacalli. Oggi i lavoratori chiedono risposte e lo fanno in modo pacifico - dice Vendola- e noi siamo con loro. Questi invece vogliono la guerra, hanno in testa la guerra e noi non dobbiamo rispondergli con leggi eccezionali, la risposta migliore è la democrazia, dare la possibilità ai lavoratori, ai giovani, ai disoccupati di esprimersi, come sta accadendo oggi. Gli altri, i violenti, non sono eroi, sono barbari”, dice Vendola prima di allontanarsi da piazza del Popolo.