Roma, 11 novembre 2011 - Fabrizio Filippi, soprannominato “Er pelliccia” il ragazzo ritratto da tutti i quotidiani con il viso coperto da una sciarpa accanto ad un’auto in fiamme mentre scaglia in aria un estintore durante gli scontri di Roma del 15 ottobre scorso, è tornato a casa.

“Non vedevo l`ora di andare a casa”, sono state le sue prime parole, dopo l`uscita, raccolte dai microfoni di “Pomeriggio cinque”. “Ho passato il tempo leggendo, guardando al televisione e ho studiato poco perché ci si distraeva facilmente in carcere”, ha detto il ragazzo.


“L`ho abbracciato. Era stanco, sfinito, non riusciva nemmeno a parlare - ha commentato la madre, Ornella Filippi - era felice di essere a casa. Cosa potevo dire a mio figlio?” poi ha aggiunto: “Il giudice è stato molto comprensivo. Diciamo che è stata una ‘bravata’. Parlerò molto con Fabrizio.”

Nelle tre pagine dell'ordinanza di scarcerazione si legge: “La presenza di una famiglia attenta e l’assistenza di uno psicoterapeuta appaiono idonee ad esercitare un efficace controllo, permettendo a Filippi di orientare il suo disagio verso forme piu’ mature”.

Da parte sua il giovane si dice “pentito, sottolineando che e’ stato un momento di esaltazione ed emulazione davanti agli altri”, spiega Gambera. E quell’immagine che continua ad essere il simbolo degli scontri e’ diventata “fastidiosa e pesante, perche’- conclude l’avvocato- e’ il simbolo di qualcosa che non gli appartiene”.