Santa Maria Capua Vetere, 17 novembre - Subito un caso emblematico per il nuovo ministro della giustizia, Paola Severino. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere si sta progressivamente svuotando e fare i processi ai criminali di Gomorra si annuncia sempre più difficile. Anzi, proprio nel momento in cui sarebbe necessario il massimo impegno per contrastare i clan e la criminalità comuune (di oggi la scoperta di un altro
bunker utilizzato dai latitanti del clan dei casalesi), sette magistrati (cinque giudici e due pm) sono in uscita dal Palazzo di Giustizia e al momento non ci sono candidati alla sostituzione. Così la sottosezione dell'Associazione magistrati si è rivolta al Csm, al ministro della Giustizia e alle giunte centrale e distrettuale nella speranza di un intervento risolutore. ''L'ultimo bollettino per i tramutamenti - è scritto in un documento a firma del presidente, Anna Rita Motti, e del segretario, Ilaria Sasso del Verme - è andato del tutto deserto. E, davvero, occorre che su questo dato ci si ponga delle serie domande nel tentativo di fornire altrettanto serie risposte. A seguito dei recenti tramutamenti, in pratica, il Tribunale perderà ulteriori cinque unità e la Procura due, senza che alcuno venga a colmare i vuoti".

 

PROCESSI IMPORTANTI - D'altro canto, dalla lettura dei flussi degli uffici giudiziari sammaritani emerge con evidenza come nel corso degli ultimi anni il numero degli affari, civili e penali, sia esponenzialmente cresciuto, "anche sotto il profilo qualitativo, in maniera inversamente proporzionale allo stanziamento di risorse per la giustizia''. ''Perciò - prosegue la nota - i carichi di lavoro per ciascun magistrato, ad organici sostanzialmente invariati, risultano sempre più insostenibili; il personale amministrativo sempre più insufficiente; il servizio giustizia sempre più inadeguato, nonostante gli sforzi profusi da tutti gli operatori del settore, ben al di là di quanto possa pretendersi.

 

CLIMA DI INSICUREZZA - Il quadro disegnato è a dir poco allarmante: "Tutto quanto sinora detto è aggravato dalle preoccupanti condizioni dell'edilizia giudiziaria, che incidono sull'efficienza e sul decoro dell'amministrazione della giustizia, nonché - profilo non meno rilevante - sulla sicurezza di tutti gli operatori''. Problemi già segnalati più volte, sottolineano con amarezza Motti e Sasso del Verme, ma rimasti sempre lettera morta. Il documento ora ''intende rappresentare agli organi in indirizzo il serio disagio proveniente da chi tuttavia ha costantemente profuso il proprio lavoro, certamente al di là dell'esigibile e spesso oltre le proprie forze''.

 

NUMERI - Le difficoltà appaiono evidenti se si guardano le cifre. Presso il Tribunale di Santa Maria pendono 90.532 procedimenti civili, di cui 32.337 di lavoro e previdenza, e 57.285 procedimenti penali. L'organico è composto da 94 magistrati, di cui un presidente, otto presidenti di sezione, un presidente della sezione lavoro, 71 giudici e 13 giudici della sezione lavoro. ''Con gli esodi che si avranno a seguito dell'ultimo bollettino - avverte la sottosezione dell'Anm - senza che alcuno dei posti contemporaneamente messo a concorso sia stato coperto (13 per il Tribunale ordinario, due per la sezione lavoro), le vacanze ammontano a 21 su 94''. Una situazione assai diversa da quella che, nel recente passato, il ministro Maroni vantava come ''il modello Caserta da esportare''. E in molti si chiedono a cosa serva reprimere gli illeciti e arrestare chi delinque se poi non si
riesce a fare i processi. I clan casalesi, nel dubbio, ringraziano.