Roma, 20 novembre 2011 - Nell'inchiesta che ha portato agli arresti dell'a.d. di Enav, Guido Pugliesi, e dei manager Marco Fiore (Selex) e Marco Iannilli (Arc Trade), il lavoro della procura di Roma non è ancora concluso. Anzi, fanno sapere i magistrati, sono in corso specifici approfondimenti sul sistema (già provato secondo gli inquirenti in ben sei casi) attraverso il quale arrestati e indagati si accordavano per fatturazioni su operazioni inesistenti, finalizzate contemporaneamente "a evadere il fisco" e, soprattutto, "a realizzare le provviste per l'erogazione di utilità a pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio, per il compimento di atti contrari ai doveri del loro ufficio''. Un sistema escogitato e oliato per garantire vantaggi a tutti, su diversi piani di azione.

 

FALSE FATTURE - In particolare, sono sei le operazioni di emissione di false fatture individuate dagli inquirenti. Tre a carico di Arc Trade, una delle società che subappaltava i lavori dalla stessa Selex, tre a carcio di Selex. Nel primo caso Marco Iannilli, in concorso con Sebastiano Giallongo, legale rappresentante della Suiconsulting srl, nel febbraio 2010 avrebbe emesso tre fatture, per un importo complessivo di poco meno di 900 mila euro, tutte relative a operazioni inesistenti, allo scopo di evadere le imposte dirette e indirette. Nel secondo a Marco Fiore vengono contestate tre false fatture, emesse tra il dicembre 2009 e il maggio 2010, per un ammontare di oltre un milione di euro. Lo scopo, in questo caso, sarebbe stato non solo quello di consentire alla Selex di evadere le imposte, ma anche quello di accumulare provviste 'in nero' da impiegare come mazzette destinate a pubblici ufficiali o a uomini politici.

 

PARLA DI LERNIA - L'imprenditore Tommasio Di Lernia ha infatti raccontato agli inquirenti di aver consegnato, su sollecitazione di Guido Pugliesi, la somma di 200.000 euro in contanti - sui 206.000 prelevati il 29 gennaio 2010 presso il contro Ciclamino alla Banca Commerciale Sammarinese - il 2 febbraio dello scorso anno al tesoriere dell'Udc, Giuseppe Di Naro, proprio nella sede del partito guidato da Pierferdinando Casini. Riscontri telefonici e documentali confermano l'incontro e lo stesso Di Naro (indagato) non l'ha negato al pm Paolo Ielo, sostenendo però che non vi fu alcuna elargizione di denaro e che la somma fu solo promessa. Difesa che il pm ha giudicato "generica".

 

ESCLUSIVA DI REPORT - Nella puntata di Report in programma stasera andrà in onda un'intervista allo stesso Di Lernia (definito da Pugliesi "un bugiardo"). Nell'intervista l'imprenditore asserisce di essere entrato nel giro di appalto di Enav e Selex (società a controllo pubblico della filiera Finmeccanica) versando "oltre 6 milioni a funzionari, mamager e politici", oltre a una quantità impressionante di regali, pari a "non meno di 200 Rolex". Il valore delle tangenti pagato sarebbe stato fisso "tra il 7 e il 9% dell'affare". E le dazioni ai politici, per apparire legali, magari riguardavano le Fondazioni dagli stessi costituite. Al pidiellino Aldo Brancher, già ministro del governo Berlusconi poi costretto alle dimissioni, Di Lernia dichiara infatti di aver versato 15.000 euro al mese per due anni, per un totale di 360.000 euro intestati alla cosiddetta Officina delle Libertà. Di Lernia lamenta poi di aver dovuto rilevare per il prezzo esorbitante di "2 milioni", versato da Massimo De Cesare, legale responsabile della societa' Eurotec, la barca del consigliere di Tremonti, Marco Milanese, uomo chiave del ministero, che Enav e Finmeccanica intendevano omaggiare.

 

BORGOGNI AUTOSOSPESO - Intanto, nonostante il presidente di Finmeccanica, Francesco Guarguaglini continui a proclamare la sua più totale estraneità ai fatti - fatti anche di famiglia, visto che la presidente del Selex (controllata Finmeccanica) è sua moglie Marina Grossi -, oggi il responsabile relazioni esterne, Lorenzo Borgogno, si è autosospeso dagli incarichi di responsabilità in azienda. L'episodio contestato a Borgogni, iscritto nel registro degli indagati per illecito finanziamento dei partiti, è quello relativo proprio alla barca di Milanese (Pdl). "In riferimento alle notizie riportate dagli organi di stampa, il dott. Lorenzo Borgogni, Direttore Centrale Relazioni Esterne di Finmeccanica pur nella certezza di aver operato legalmente - ha annunciato Finmeccanica in una nota- nel maggior interesse e a tutela dell`immagine dell'Azienda e del suo Presidente, nonché nel rispetto dell`operato della magistratura, ha comunicato la propria decisione di autosospendersi dall`incarico in attesa che sia fatta piena luce". Guarguaglini e Grossi sono tra gli indagati ma non si sono sospesi.

 

CONFLITTO PM-GIP - Il gip Anna Maria Fattori nel respingere la richiesta di arresti domiciliari per Borgogni, al quale è attribuita una partecipazione sotto forma di concorso all'illecito finanziamento mediante compravendita del natante, ha affermato che non sussistono elementi sufficienti per giustificare l'emissione di una misura restrittiva. La procura si è riservata di impugnare la decisione al tribunale del Riesame.

 

TREMONTI RISENTITO - Sulla vicenda è intervenuto con una nota anche l'ex ministro Giulio Tremonti: "Mi dispiace deludere ma non sono mai stato il 'referente politico' del dottor Pugliesi Guido, che ho la fortuna di non frequentare, né dell'Enav''.

 

DI PIETRO CAUSTICO - ''Più passa il tempo, più le inchieste vanno avanti, più ci rendiamo conto di essere stati seduti, negli ultimi anni, sopra un verminaio di corruzione'': cosi' sul suo blog il presidente dell'Idv, Antonio Di Pietro. ''Sappiamo bene - continua il leader Idv  - che fino a quando non sarà estirpato, questo sistema'', non potrà esserci ''nessuna ripresa dell'economia. Di questo sistema Berlusconi era il frutto più velenoso e anche il padrino politico. Ma non è che andato via lui le cose si risolvono in ventiquattr'ore. Monti si è impegnato a combattere questo sistema. Se lo farà, noi saremo al suo fianco e lo sosterremo più di chiunque altro. Se non lo farà abbastanza lo sproneremo. Se non lo farà per niente lo contrasteremo. Perché delle due l'una: o scompare la corruzione o scompare l'economia italiana''.