Roma, 25 novembre 2011 - L'organizzazione umanitaria EveryOne ha lanciato quest’oggi un appello urgente all'ufficio italiano dell'Alto Commissario Onu per i Rifugiati, al Primo Ministro Mario Monti, al Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, al Ministro per l’integrazione Andrea Riccardi, al Prefetto di Roma e ai Presidenti di Camera e Senato per chiedere che Blessing Obazee, ventisettenne nigeriana vittima di tratta e a rischio di vita, al momento rinchiusa nel Cie di Ponte Galeria a Roma, non venga deportata.

 

STORIA TREMENDA - "La ragazza - raccontano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne - secondo quanto riferito dal fratello, è fuggita dalla miseria e dalla violenza in Nigeria quattro anni fa, stabilendosi a Napoli con un permesso temporaneo, ora scaduto. Blessing era accompagnata da un uomo, anch'egli nigeriano, che una volta giunta in Italia l'ha minacciata e le ha intimato di avviarsi alla prostituzione. Blessing ha rifiutato ed è fuggita dalla casa in cui era ospite, vivendo in clandestinità fino a oggi. Nel suo villaggio natale in Nigeria, la famiglia ha già subito gravi minacce, ed è stato riferito ai genitori della ragazza che qualora Blessing tornasse in Nigeria sarebbe ricercata e uccisa. In questo modo il crimine locale intenderebbe vendicare l’onore dell’uomo che l’aveva accompagnata in Italia.”. La giovane donna, che soffre di una salute cagionevole e precaria, sta attualmente patendo la prigionia nel Cie romano, in attesa della deportazione in patria.


 

 

PROTEZIONE E TUTELA - "Chiediamo che Blessing venga accolta nel nostro Paese -commentano gli attivisti di Every One - secondo gli standard umanitari previsti dalle Convenzioni e dagli accordi internazionali. La ragazza va protetta dal crimine organizzato che ha cercato, secondo le dichiarazioni della ragazza, di costringerla alla prostituzione". "E' fondamentale - scrivono i co-presidenti di EveryOne nella lettera inviata nel primo pomeriggio di oggi ad autorità e istituzioni  -fermare le operazioni di rimpatrio e concedere alla profuga debita protezione per motivi umanitari. Il caso è drammatico, ma cogliamo l'occasione per comunicare alle autorità preposte alla gestione dei migranti e dei profughi che ogni anno dall'Italia vengono deportati molti rifugiati che poi subiscono gravi persecuzioni in patria o cadono nelle mani di trafficanti, se costretti a fuggire nuovamente verso altre mete. Chiediamo inoltre al governo italiano se sia possibile istituire un nuovo organismo che affianchi il lavoro dell'UNHCR e delle Commissioni territoriali per l’asilo e tuteli i profughi che hanno diritto a protezione", non a "carcerazione, abusi e indifferenza".