Roma, 14 dicembre 2011 - La Cassazione ha ridotto la condanna per bancarotta nei confronti di {{WIKILINK}}Vanna Marchi {{/WIKILINK}}e della figlia Stefania Nobile. In particolare, la quinta sezione penale, rideterminando al ribasso la condanna della Corte d’Appello di Milano del 22 aprile 2010 (in quell’occasione la Marchi era stata condannata a 14 anni e la figlia a 12), ha condannato la teleimbonitrice a 9 anni e 6 mesi e la figlia Stefania Nobile a 8 anni e 1 mese.

La vicenda analizzata da piazza Cavour riguarda la bancarotta della Ascè, la ditta attraverso la quale Vanna Marchi svolgeva la sua attività commerciale. La teleimbonitrice aveva già ottenuto la semilibertà lo scorso ottobre.
La madre lavora all’esterno in un bar del genero a Milano e la figlia è in detenzione domiciliare.

L’avvocato Liborio Cataliotti, che difende madre e figlia, annuncia: "Si avvicina il fine pena e quindi a breve chiederò l’affidamento in prova ai servizi sociali e la loro liberazione". Il legale poi ha fatto i calcoli e ha spiegato che, da oggi, per la Marchi il fine pena è tra circa un anno e mezzo e per Stefania tra quattro mesi.
Le due vennero arrestate le prima volta nel novembre del 2001. Ora la allora regina delle televendite è in carcere a Bollate con il permesso di lavorare all’esterno e la figlia sta scontando la pena a casa per motivi di salute.

"Allora è vero, è vero... Non ci credo ancora". sono state le prime parole di Stefania Nobile, dopo aver avuto la conferma dal suo difensore. Stefania, ha riferito il legale, "era incredula e si è preoccupata di trovare il modo di far avere la bella notizia alla madre che, essendo in questi giorni malata, non ha lasciato il carcere di Bollate".