Roma, 18 dicembre 2011 - Anche i medici, dipendenti pubblici e della medicina generale, parteciperanno domani allo sciopero nazionale unitario del pubblico impiego per l’intero turno di lavoro, insieme a tutti gli operatori della sanità. Potranno saltare le attività programmate - come gli interventi, le visite e gli esami diagnostici - negli ospedali e nei presidi territoriali delle Asl, ma saranno garantite le urgenze.

Fp-Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Fpl Medici domani scenderanno in piazza nelle manifestazioni territoriali insieme a tutti gli altri lavoratori pubblici, per cambiare una manovra iniqua. I segretari nazionali parteciperanno dalle 9 e 30 alla manifestazione romana in piazza Montecitorio. Secondo Massimo Cozza (Fp-Cgil Medici), Biagio Papotto (Cisl-Medici) e Armando Masucci (Uil-Fpl Medici) “la pesantezza di questa manovra si aggiunge a quelle precedenti, al congelamento del contratto e delle retribuzioni, al blocco del turn over, al dimezzamento delle risorse per i precari e per la formazione, al differimento di due anni del TFR e alla sua diluizione in altri tre, al contributo di solidarietà sopra i 90mila euro solo per chi lavora nel servizio pubblico, ai trasferimenti obbligatori in ambito regionali, alle revoche arbitrarie degli incarichi.

I medici, “soliti noti”, saranno costretti ad andare in pensione più tardi e con importi più bassi, con l’allungamento dei requisiti anagrafici per il riconoscimento di lavoro usurante, dovranno versare un ulteriore obolo di circa 250 euro con lo stipendio di gennaio 2012 per l’addizionale Irpef Regionale”.

 I nati nel ‘52, sottolineano i sindacati, “non avranno neanche la possibilità della riduzione dello scalone, a 64 anni invece che a 66, destinato solo a chi lavora nel privato. Rimane infine la scure delle sanzioni disciplinari ordinistiche per il mancato raggiungimento dei crediti formativi e l’obbligo assicurativo personale che invece non scatta per le strutture”.