Genova, 16 gennaio 2012 - La Costa Crociere non nasconde gli errori, le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, ma ci tiene a sottolineare che questi sono stati "errori di giudizio" e non nei soccorsi. Con uno scatto d’orgoglio che lo ha portato quasi alle lacrime, il presidente e amministratore delegato di Costa Crociere, Pierluigi Foschi, ha respinto le accuse verso l'equipaggio della Concordia. "Tutti i membri dell’equipaggio si sono comportati da eroi", ha sottolineato (VIDEO), ribadendo che da "decine di testimoninaze" risulta anche che il comandante non abbia abbandonato subito la nave.

Spetterà all’inchiesta in corso appurare la verità, ma alla luce di quanto emerso finora "è verosimile" secondo l’ad di Costa ipotizzare che il disastro sia stato innescato da un errore umano. "L’Azienda darà tutto il suo sostegno legale al comandante Schettino - ha detto Foschi -, ma l’azienda ha il dovere di tutelare anche i suoi 24mila dipendenti. Non possiamo negare che via sia stato un errore umano".

In effetti quella rotta, con il passaggio ravvicinato accanto all'isola del Giglio, non era stata "né approvata né autorizzata da Costa Crociere" (VIDEO). "Noi passiamo da lì cento volte l’anno. Ci risulta che in una sola altra occasione una nave Costa sia transitata tanto vicino al Giglio. E’ successo il 9 agosto del 2011, e in quell’occasione ebbe l’autorizzazione sia della Compagnia, sia della Capitaneria di Porto", spiega Foschi. Questa volta, invece, il cambiamento di rotta è stato disposto da un "comando nave". Un comando evidentemente sbagliato, tradottosi in tragedia. "L’azienda in questo momento è parte lesa", ha proseguito Foschi.

"Non siamo oggi in grado di valutare - ha poi spiegato - se la nave possa essere considerata una perdita totale o se si potrà recuperare parzialmente. La nave sarà sostituita ma non abbiamo ancora preso alcuna decisione". "Sono convinto - ha detto - che la reputazione dell’azienda verrà ristabilita e che riotterremo la fiducia dei nostri clienti - ha concluso -. La Costa è forte, finanziariamente solida, al di là dello spavento e della paura dei nostri ospiti, saremo in grado di trovare soluzioni che possano accontentarli".

IL RECUPERO DEL RELITTO - "Rimuoveremo la nave con dei palloni, dopo averla svuotata del carburante, che al momento è pari a 2300 tonnellate", ha spiegato ancora l'a.d. Pier Luigi Foschi. "L’operazione di rimozione è una delle più difficili che l’uomo debba affrontare in queste circostanze. Si deve procedere prima alla chiusura delle falle e poi si deve sollevare la nave con dei palloni d’aria enormi, solo dopo la nave potrà essere trainata dai rimorchiatori. Solo domani terminerà - ha concluso - lo studio affidato ad una società specializzata olandese sulle modalità di rimozione del carburante e solo allora conosceremo il tempo necessario per l’operazione complessiva".

ALLERTA AMBIENTALE - Continua poi il monitoraggio ambientale. Il Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha spiegato che "il rischio per l'isola del Giglio è altissimo, l'obiettivo è quello di evitare che il carburante esca dalla nave e stiamo lavorando su questo" (VIDEO). Gli elicotteri che hanno sorvolato la zona del naufragio hanno segnalato qualche chiazza attorno alla nave: sarebbe combustibile ‘leggero’ attribuibile a diesel o ad acque reflue di sentina, in grado di evaporare.

"La Costa Crociere dovrà presentare entro 48 ore il piano di svuotamento dei serbatoi". Così il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, durante la registrazione della puntata di Porta a Porta stasera. Il piano, aggiunge, "sarà verificato per accertarsi che avvenga in condizioni di sicurezza". Questo, prosegue Clini, "ammesso che la nave rimanga in posizione". Secondo il ministro, infatti, "se la nave dovesse affondare" ci sarebbe bisogno di tutt’altro tipo di operazioni. Qualora, osserva, affondasse sarebbe "difficile fare una previsione: potrebbe anche spezzarsi. E’ l’incubo che noi abbiamo da tre notti". Infine, Clini parla di "corsa contro il tempo" dal momento che "lo svuotamento non può essere fatto prima che siano finite le operazioni di soccorso".

CROLLO ALLA BORSA DI LONDRA -  Carnival, la società proprietaria della Concordia, stima in 90 milioni di dollari l’impatto del disastro sul bilancio del 2012. Le perdite calcolate finora - spiega la società, controllante di Costa Crociere - sono solo quelle direttamente connesse impossibilità di far navigare la Concordia "che non sarà in servizio per l’intero anno fiscale, se non oltre".  "Al momento la nostra priorità è la salvezza dei nostri passeggeri e dell’equipaggio", ha sottolineato il presidente e ad di Carnival, Micky Arison.

Alla Borsa di Londra, intanto, il titolo Carnival affonda di circa il 18%. Il gruppo è quotato anche alla Borsa di New York (oggi chiusa).

Per i danni alla nave Carnival, spiega la società, era coperta da un’assicurazione specifica con una franchigia di circa 30 milioni di dollari. Il gruppo, inoltre, è anche coperto per danni contro terzi con una franchigia di 10 milioni per questo incidente.

Uno studio della valutazione dei danni alla nave è attualmente in corso per determinare quanto tempo sarà fuori servizio. "La nave - si legge nella nota - dovrebbe essere fuori servizio per il resto dell’anno fiscale in corso, se non di più".

DIECI ASSICURAZIONI - La Costa Concordia, che ha un valore vicino ai 450 milioni di euro (all’avvenuta commessa, nel 2004), non solo è assicurata da un pool di compagnie, una decina, ma vanta anche un’ulteriore copertura per passeggeri e personale dell’equipaggio. Per quest’ultima voce c’è una polizza di circa 3 miliardi di dollari.

Tra i gruppi, secondo quanto riporta l’agenzia ‘Bloomberg’, figurano anche Assicurazioni Generali, Rsa Insurance e Xl Group: tutti e tre dovrebbero affrontare costi per circa 405 milioni di euro. Nessun commento diretto da Xl "per ragioni - spiega - di riservatezza", mentre un portavoce delle Generali ha dichiarato che "coprire questo tipo di rischi fa parte della nostra attivita’. Al contempo una prudente politica di riassicurazione limitera’ l’impatto netto dello specifico sinistro ad un livello molto marginale".

Hannover Re, tra i cinque maggiori gruppi riassicurativi al mondo, ha detto di aspettarsi un’importante richiesta di indennizzo per il naufragio della nave Costa Concordia. Un portavoce ha precisato che attualmente la compagnia definisce un danno "importante" se il costo minimo è superiore ai 10 milioni di euro, così come fanno altri concorrenti, come Munich Re.