Livorno, 17 gennaio 2012 - UNA SEQUENZA che non lascia margini d’incertezza. È quella delle telefonate tra la centrale operativa di Compamare Livorno e il comando della ‘Costa Concordia’. Tutto sotto sequestro e secretato dalla procura della Repubblica di Grosseto. Ma quello che è filtrato (sulla stessa gamma d’onda ci sono molte stazioni private e pubbliche in ascolto) dà un quadro significativo di ritardi e incertezze a bordo.


Ore 22,04. Compamare Livorno è chiamata dalla stazione dei carabinieri di Prato, che chiede notizie di una nave da crociera, in navigazione da Civitavecchia a Savona, sulla quale è stato dato ordine di indossare i salvagente. Sono stati avvertiti, come già scritto, dalla figlia di una signora sulla nave.


Ore 22,10. Compamare (in comando capitano di vascello Fabrizio Cantore, di servizio in sala operativa Gregorio De Falco, operatore Alessandro Tosi) chiama Savona, ufficio d’armamento della Costa. Rispondono di non aver allarmi.


Ore 22,15. De Falco chiama la Costa Concordia. Risponde l’ufficiale marconista. Capitaneria: «Ci è stato segnalata un’emergenza a bordo. Qual è la situazione». Bordo: «Come... come avete saputo? Comunque, confermiamo un black-out da circa 20 minuti. Ma riteniamo di poter risolvere tutto in poco tempo». Capitaneria: «Teneteci informati, vi serve aiuto?» Bordo: «Negativo, stiamo risolvendo».


Ore 22,16. Dall’operativa di Livorno, De Falco decide di allertare comunque la motovedetta 104 della Guardia di Finanza che si trova nei pressi, e che dirige sulla nave.


Ore 22,26. Dalla Capitaneria: «Costa Concordia, chiediamo aggiornamento sulla situazione». Stavolta risponde il comandante Schettino. «Abbiamo una via d’acqua sulla fiancata sinistra. Lo sbandamento è limitato. Chiediamo assistenza di un rimorchiatore».


Ore 22,29.
Compamare Livorno decide autonomamente di dirottare in soccorso della Costa Concordia, in rapida sequenza, cinque navi nelle vicinanze, e allerta i rimorchiatori da Civitavecchia e le motovedette della Guardia Costiera.


Ore 22,34. Compamare Livorno chiama la nave. «Dateci aggiornamento». Da bordo: «Sbandamento in aumento (è Schettino alla radio) manovro per portarmi sottocosta. Chiedo conferma dell’arrivo del rimorchiatore». Compamare: «Sta partendo da Civitavecchia». La Capitaneria ha ormai diramato l’allarme, sono pronti al decollo elicotteri della Guardia Costiera da Luni.


Ore 22,45. Da Compamare si chiede un ulteriore aggiornamento. Conferma dal comando della nave: ci avviciniamo alla costa, passeggeri e equipaggio seguono le procedure di sicurezza, sbandamento in intensificazione.


Ore 22,48. Compamare a Schettino: «Comandante, avete dato ordine di abbandonare la nave? Ripeto: ha valutato la necessità di far abbandonare la nave?» Risposta, con rumori di fondo: «Stiamo valutando, stiamo valutando». L’allarme è generale, verso la nave chiaramente visibile e molto sbandata ormai sono decine i mezzi di soccorso che dirigono.


Ore 22,58. Ultimo colloquio col comando da bordo: «Mayday, disposto l’abbandono nave». La nave si è coricata sul fianco di dritta, lo sbandamento è tale che imbarcazioni di salvataggio e zattere sulla sinistra in parte s’incatagnano, parte di quelle di dritta sono rimaste schiacciate. È il si salvi chi può.


Ore 23,05. Chiama Schettino, riferisce che l’evacuazione procede regolarmente. De Falco gli chiede se ci sono ancora persone a bordo, lui parla vagamente di circa 200 persone. De Falco, esasperato, chiede dati più precisi. Schettino: «Non posso essere preciso, sono su una lancia, appennellato e bloccato». De Falco: «Comandante, torni a bordo, è suo dovere». Schettino: «Non posso, sono bloccato. Ma sto coordinando i soccorsi da qui».


Ore 01,44. De Falco ricontatta Schettino col vhf portatile di bordo. «Comandante, è a bordo?». «No sono ancora bloccato sulla lancia». «Risalga a bordo, ripeto, risalga a bordo, usi una cima o una biscaggina». Silenzio, poi uno stanco «Va bene, ci proverò». Ma non lo farà: la lancia, finalmente sbloccata a colpi d’ascia, appena toccata l’acqua dirigerà verso il porto del Giglio. E non molto tempo dopo ci penseranno i carabinieri a rintracciare il comandante.