TREVISO, 27 gennaio 2012 - In molti lo conoscevano bene, a Treviso, quell'anziano clochard che, sempre con garbo, faceva l'elemosina per le vie del centro. Poi all'improvviso non s'era più visto in giro, ma si sa, la vita scorre in fretta: chi ci fa caso a un barbone di 98 anni?

Era morto, il barbone gentile, e nessuno se n'era accorto. Tanto che per 45 giorni il suo corpo non è stato chiesto da nessuno:  i familiari non si sono fatti vivi e non c'era di che pagare o anche solo autorizzare l’inumazione. Quando la notizia è filtrata, però, qualcosa s'è risvegliato nell'opinione pubblica locale, e da qualche giorno è sorta una colletta spontanea: associazioni e privati cittadini sono ora impegnati un una raccolta di fondi per sostenere le esequie.

Tutto bene quel che finisce bene? Non proprio, perché anche con tutta la buona volontà  e le spese pagate pare che il Comune non possa dare il nulla osta al funerale senza l'assenso dei familiari del povero clochard, i quali l'avevano lasciato solo in vita e tanto più adesso sembrano irreperibili.

Del suo passato si sa poco, anche se pare che in gioventù l'uomo avesse una situazione professionale affermata e risorse finanziarie sufficienti a garantirgli una vecchiaia serena. E allora che cos'è successo? Pare che il clochard abbia speso tutti i suoi soldi per aiutare il figlio in difficoltà economiche. Figlio che chissà ora che fine ha fatto.