Roma, 3 febbraio 2012 - Era cominciata martedì, con i primi fiocchi e l’assalto ai supermercati: le previsioni parlavano di 30-40 centimetri di neve in pianura. Stavolta i metereologi hanno sbagliato per difetto: Forlì si è trovata capitale dei disagi, ottanta centimetri di coltre bianca, ma basta salire sulle prime colline per superare il metro. Per chi ci riesce, naturalmente: la viabilità è stata paralizzata per due giorni, la più forte tormenta degli ultimi sessant’anni ha soffiato per circa trentasei ore rendendo impraticabile un’intera città. Il record nel Cesenate, a Sarsina, luogo dove tanti fedeli si recano per ricevere la benedizione: misurati 180 centimetri.

Ieri pomeriggio a Forlì ci hanno pensato i volontari. Il sindaco Roberto Balzani ha lanciato un messaggio su Facebook, se ne sono radunati ottanta in poche ore, e si sono messi al lavoro in centro storico. Mentre gli oltre cinquanta spazzaneve del Comune si sottoponevano a quarantotto ore di lavoro filato ma finivano per alzare le mani e le lame: "Impossibile pulire tutto, non facciamo in tempo a passare che il manto bianco si riforma". La viabilità di Forlì diventa un percorso a ostacoli: i camion abbandonavano la E45 per entrare nella Cervese, ridotta a una lastra di ghiaccio, finendo nel fosso a ruote all’aria. Tanto che la Provincia di Forlì-Cesena ha vietato ai mezzi pesanti l’uscita dei caselli dell’A14.

A pochi passi da lì, stasera si doveva giocare la partita di basket tra Forlì e i siciliani di Barcellona: rinviata. Il presidente della squadra biancorossa Giorgio Grazioso allarga le braccia: "Cosa dovevo fare, chiamare qui gli spazzaneve per una partita, quando è impraticabile persino la via Emilia? C’è altro a cui pensare". Tanto che persino i bus, pur ridotti all’osso, sono andati in tilt, e le ambulanze hanno avuto grandi difficoltà. La polizia municipale invita a chiudersi in casa: pericoloso uscire in macchina, per non parlare di chi decide di fare due passi. Sono mille i pini danneggiati dalla neve, una strage i rami caduti: uno di questi ha colpito un’anziana, finita all’ospedale con trenta giorni di prognosi.

La neve cancella tutto: le partite, gli spettacoli teatrali, i cimiteri, la kermesse dedicata ai cani, per un giorno persino la mostra di Adolfo Wildt al San Domenico. Persino le scuole, lasciate imprudentemente aperte mercoledì mattina e poi chiuse in tutta fretta sia ieri che oggi. Domani l’ordinanza non serve, è la festa della patrona. Ma nemmeno la Madonna del Fuoco è stata risparmiata: cancellata persino la tradizionale fiera con le bancarelle, nel centro sotto zero.