Città del Vaticano, 8 febbraio 2012 - Nessuna omertà e massima collaborazione con i giudici civili nei casi di abusi sessuali da parte di membri del clero. Lo ha affermato il promotore di giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede, monsignor Charles Scicluna, intervenendo al simposio 'Verso la guarigione e il rinnovamento' in corso a Roma e al quale partecipano i delegati di 110 conferenze episcopali e i superiori di oltre 30 ordini religiosi.

Per monsignor Scicluna nella Chiesa Cattolica non c'è più posto per la "mortale cultura del silenzio, la cultura dell’omertà" perché "la verità è alla base della giustizia". In Paesi come gli Stati Uniti, in cui ci sono politiche già abbastanza collaudate di intervento contro gli abusi del clero, "si nota una riduzione del numero dei nuovi casi e si assiste a un andamento in discesa" di questi crimini.

"Il problema e la grande preoccupazione - ha sottolineato - è per l’Europa" dove sono emersi o stanno emergendo tanti casi, "anche relativamente vecchi, ma il fatto che siano vecchi non significa che non debbano avere una risposta, è comunque altamente positivo che vengano denunciati e affrontati". "Se c'è un crimine - ha rimarcato ancora Scicluna - c'è il dovere di cooperare con la giustizia civile, il Papa chiede piena cooperazione con le autorità civili e con le leggi locali".

"La legge è chiara ma - ha aggiunto - è necessario che i fedeli siano convinti del fatto che la società ecclesiale rispetti il regime della legge. Per quanto la legge possa essere chiara, ciò non e’ sufficiente per la pace e per l’ordine della comunità". Per monsignor Scicluna, poi, è di estrema importanza anche che le decisioni dei giudici ecclesiastici siano rese pubbliche. "Il nostro popolo - ha scandito - ha bisogno di sapere che la legge viene applicata".

Il presule maltese ha quindi ribadito il dovere della Chiesa di "ascoltare il dolore delle vittime, assisterle, trattarle con dignità". Interpellato sul problema del risarcimento dei danni alle vittime ha ricordato che "la responsabilità del crimine è del prete che ha abusato, ‘se ho rotto qualcosa devo pagare’", "c'è comunque una responsabilità morale di solidarietà con le vittime a cui la Chiesa" non può né ha intenzione di sottrarsi. Circa i dossier sugli abusi presenti alla Congregazione per la dottrina della fede, Scicluna ha chiarito che "la percentuale di casi che si rivelano infondati è minima, processiamo - ha detto - quasi tutto quello che ci arriva".

Infine ciò che si chiede alle Conferenze episcopali nello stilare le linee guida contro gli abusi (che dovranno presentare alla Congregazione entro il 2012, ndr) è "un ruolo di coordinamento e sostengo ai vescovi". "In Italia - ha esemplificato Scicluna - c'è un legislatore civile unico, una legislazione italiana, e nei rapporti con questa la Cei ha una esperienza a cui attingere per dare aiuto alle singole diocesi".