Roma, 16 febbraio 2012 - Dopo la storica sentenza di Torino, che ha condannato a 16 anni i manager della Eternit, i fari restano accesi sul dramma dell'amianto-killer, ancora presente in moltissimi edifici italiani e in chissà quante discariche abusive, come quella sequestrata ieri a Taranto.

Sulla vicenda è intervenuto amche il ministro della Salute {{WIKILINK}}Renato Balduzzi{{/WIKILINK}}, che a Radio Anch'io ha dichiarato:  “Il piano per smaltire l’Eternit esiste ed è in continuo aggiornamento e sono tantissimi i siti interessati. La sentenza di Torino - ha spiegato il ministro - è molto importante, anche perchè ha consentito a tutti di prendere coscienza del problema”.

Balduzzi ha sottolineato che “c’erano tutte le premesse per la sentenza” vista anche la “poderosa mobilitazione”. Sulle proteste di Bagnoli e Rubiera, anch’essi territori vittime dell’Eternit, il ministro ha spiegato che “non ci possono essere patologie di amianto di serie A e di serie B”.

"La battaglia contro l’amianto continua - ha assicurato Balduzzi - e tappa per tappa si tratta di andare a fare giustizia e a rimediare ai guasti oltre che dare una speranza ai territori e alle popolazioni colpite. Non si può probabilmente avere tutto e subito ma certamente l’impegno non può tralasciare nessuno. E l’impegno sarà corale".

IL MONITORAGGIO DI CLINI - Semrpe a Radio Anch'io interviene sull'argomento anche il ministro dell’Ambiente {{WIKILINK}}Corrado Clini  {{/WIKILINK}}: "Non credo che oggi siamo in presenza di processi produttivi che abbiano un impatto così importante, come emerso nel processo Eternit, per l’ambiente e salute. Noi abbiamo inviato il censimento, e salvo due regioni, abbiamo il quadro dei vecchi stabilimenti produttivi di cemento e cemento-amianto. Censiamo anche i capannoni con fibre d’amianto nelle coperture e negli isolanti. Facciamo tuttavia fatica a censire l’uso diffuso dell’amianto che riguarda anche le scuole, gli ospedali, e la pubblica amministrazione".

Clini, che per tanti anni è stato medico del lavoro a Porto Marghera, ha detto che tra gli operatori sanitari l’informazioni sui rischi dell’amianto "è stata diffusa e completa, con qualche difficoltà nel coinvolgere le aziende. Importante l’indagine epidemiologica del ‘76 e l’impegno della magistratura, anche amianto a parte. Basti ricordare il procedimento avviato da Casson a Porto Marghera sull’uso di sostanze chimiche con danni sulla salute dei lavoratori".