Roma, 16 febbraio 2012 - La corruzione è un fenomeno dilagante e per contrastarla serve sempre di più diffondere la cultura della legalità. È il monito del procuratore generale della Corte dei Conti, Maria Teresa Arganelli, all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Bisogna, ha detto Principato, "costruire e diffondere una sempre più necessaria cultura della legalità", per contrastare "i dilaganti fenomeni della corruzione e della diffusa illegalità". Sulla stessa linea presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, secondo il quale la corruzione, il malaffare e l'illegalità sono fenomeni "notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce".

CONSULENZE NELLA P.A. - Gli incarichi e le consulenze conferiti dalle pubbliche amministrazioni a soggetti esterni sembrano spesso funzionali "al perseguimento di obiettivi personalistici cui è estraneo l’interesse pubblico", dice ancora il pg della Corte dei Conti, nel suo intervento alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario. La Corte dei conti sottolinea che è "sempre significativo il numero dei giudizi avviati e definiti nel 2011" e che "gli uffici della Procura vengono a conoscenza sempre più spesso di tali vicende a seguito di specifiche segnalazioni di cittadini o al termine di ispezioni delle strutture della Ragioneria generale dello Stato".

FISCO - L’evasione Iva in Italia è al top in Europa, superata solo dalla Spagna. La Corte dei Conti sottolinea: "Analisi accurate condotte per l’imposta sul valore aggiunto evidenziano per l’Italia un tax gap superiore al 36%, che risulta di gran lunga il più elevato tra i paesi europei con l’eccezione della Spagna, per la quale lo stesso rapporto supera il 36%".

REGOLE SUI DERIVATI - La Corte dei conti sta mettendo a punto delle "regole di comportamento" che le amministrazioni pubbliche dovranno rispettare. La Arganelli annuncia che la magistratura contabile "sta enucleando regole di comportamento alle quali amministratori e dirigenti devono attenersi".

IL MINISTRO SEVERINO

"Sulla corruzione va condotta una battaglia veramente seria". Lo sottolinea il ministro della Giustizia, Paola Severino, dopo l’allarme lanciato dalla Magistratura contabile. "Mi sembra un allarme che, ahimè, tutti gli anni ci accompagna a riprova del fatto che il fenomeno non è stato debellato. Nessuno di noi ha mai pensato che lo fosse", ha premesso il Guardasigilli che quindi ha sottolineato: sulla corruzione "va condotta una battaglia veramente seria. Oggi stiamo parlando di prevenzione - ha sottolineato riferendosi al ddl anticorruzione all’esame delle Commissioni congiunte Affari Costituzionali e Giustizia della Camera - poi partirà il grande progetto sulla corruzione. C’è bisogno di tempo per prepararlo in maniera corretta. Io credo molto in questo progetto, perciò i progetti in cui si crede sono quelli sui quali accentrare la massima attenzione".

Il governo comunque prende tempo sui pareri agli emendamenti al ddl. Secondo il ministro della Giustizia quindi, il provvedimento "slitterà", ma "partire qualche settimana dopo con il piede giusto costituisce alla fine un risparmio". Questo perché, a detta del Guardasigilli, "è stato fatto un grande lavoro parlamentare" che il governo vuole salvaguardare, ma su cui vuole "influire con una proposta concreta e un contributo costruttivo".

Insomma, sfumata l’ipotesi di un’approvazione in Aula del ddl nei tempi previsti (il testo era calendarizzato per il 27 febbraio), visto che secondo Severino "bisogna studiare bene la materia", compresi i "numerossisimi emendamenti presentati da tutti i partiti" al testo base. L’intoppo, ha spiegato il ministro, "è dovuto al fatto che siamo a rischio ingolfamento istituzionale e che già mi ha portato a una sorta di ping pong tra Senato e Camera, Aule e commissioni". Poi, bisognerà trovare la formula giusta per introdurre i cambiamenti e "l’apporto costruttivo" del governo: escluso il ricorso alla decretazione, si pensa ora a emendamenti governativi, ma anche questo aspetto, ha confermato il ministro, "fa parte delle cose da studiare". "Certo - ha chiarito il ministro - vogliamo mantenere il contenitore e non buttare via il grande lavoro fatto".