Roma, 16 febbraio 2012 - La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex premier Silvio Berlusconi, del figlio Pier Silvio, numero uno di Rti, e di altre dieci persone nell’ambito dell’inchiesta Mediatrade sulla compravendita dei diritti tv e cinematografici Mediaset. Evasione fiscale e violazione delle norme tributarie sono i reati attribuiti agli imputati in relazione a una presunta frode di circa 10 milioni di euro attraverso l’emissione di false fatturazioni per oltre 220 milioni.

La richiesta di processo, firmata dal procuratore reggente Giancarlo Capaldo, dall’aggiunto Pierfilippo Laviani e dal pm Barbara Sargenti, riguarda anche il produttore statunitense Frank Agrama, il dirigente di Mediaset Pasquale Cannatelli, l’ex ad di Rti Andrea Goretti, i manager Rti Gabriella Ballabio, Daniele Lorenzano, Giorgio Dal Negro, Roberto Pace e Guido Barbieri, nonché i cinesi Paddy Chan e Catherine Hsu Chun.

Questa inchiesta, finita a Roma per competenza territoriale perché i fatti contestati, risalenti al periodo 2003-2004, coinvolgono Rti che aveva sede legale nella capitale, costituisce un filone del procedimento milanese dove Berlusconi è stato prosciolto dal gup.

Gli episodi sui quali ha indagato la procura di Roma riguardano le dichiarazioni dei redditi del gruppo Fininvest del 2004 e del 2005 riferiti alla compravendita dei diritti tv, fatti che si prescriveranno, nel primo caso, entro l’aprile del 2012 e, nel secondo, entro l’aprile dell’anno prossimo. Stando ai pm, gli indagati, in concorso tra loro, al fine di evadere le imposte sui redditi, hanno posto in essere un sistema di frode che consisteva nella sovrafatturazione dei diritti di trasmissione di film e fiction acquistati da ‘major’ statunitensi come la Paramount.

I diritti venivano acquistati da Mediatrade, Rti e Fininvest a prezzi gonfiati, tramite società di comodo riconducibili a Frank Agrama e ad altri intermediari. Parte delle somme sborsate, attraverso la triangolazione con aziende con sede in Estremo Oriente, veniva poi fatta rientrare in Italia.

Allegati alla richiesta di rinvio a giudizio, che sarà esaminata dal gup Pierluigi Balestrieri, ci sono anche le motivazioni della sentenza di proscioglimento emessa dal gup di Milano, il ricorso in Cassazione presentato dalla stessa procura, le dichiarazioni testimoniali del produttore Silvio Sardi nonché il verbale di audizione reso a Roma da Giancarlo Leone, già amministratore delegato di Rai Cinema, secondo il quale le trattative per l’acquisto dei diritti avvenivano direttamente con le ‘major’ e senza la presenza di intermediari.