Roma, 18 febbraio 2012 - “L’abolizione del certificato antimafia non deve essere un tabù ma se ne può discutere”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino che sposa in pieno la proposta fatta oggi dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, a Palermo a un convegno sul codice antimafia.

Il ministro, parlando con i giornalisti prima di lasciare l’Università di Palermo ha sottolineato: “L’abolizione del certificato antimafia non deve essere un tabù perché tutto ciò che può contribuire comunque a creare una cultura di impresa etica e a selezionare le imprese che hanno questa cultura, va benissimo. Quello che conta è la sostanza e non la forma”.

Poi, il Guardasigilli ha aggiunto: “Il pensiero che ha espresso oggi il procuratore antimafia Grasso sul tema dell’eventuale abolizione del certificato antimafia e della creazione di una ‘white list’ di imprese, per una curiosa coincidenza, si è incrociata con quello che ho detto questa mattina a Palermo inaugurando il convegno a Castel Utvegio e che era sullo stesso tenore, cioè la costituzione di una etica di impresa che passa attraverso la selezione delle imprese che rispettano certi valori. So che c’è anche un progetto politico da questo punto di vista, quindi non è mio, ma io lo sosterrei molto fortemente, e mi riferisco al rating delle imprese virtuose”.

Una proposta che aveva fatto recentemente il vicepresidente di Confindustria Antonello Montante e che vede d’accordo il ministro Severino: “E’ una proposta estremamente seria che riguarda non soltanto le imprese che rifiutano di pagare il loro terribile tributo alla mafia ma che le imprese che si dotino di modelli di organizzazione idonei a prevenire il reato”.