Roma, 23 febbraio 2012 - "La Corte d'Appello di Potenza ha accolto il ricorso della Fiom contro i licenziamenti fatti per attività sindacale. È un grande passo". A parlare è Emanuele De Nicola, segretario della Fiom Basilicata, a proposito dei tre operai dello stabilimento Fiat di Melfi (due sono delegati del sindacato di Maurizio Landini), licenziati nell'estate del 2010 con l'accusa di aver bloccato la produzione durante uno sciopero interno.
 

LACRIME DI GIOIA - "Sono felice, dopo un anno e mezzo in cui è successo di tutto...". Non riesce quasi a parlare Giovanni Barozzino, uno dei tre operai Fiom licenziati e che ora dovranno essere reintegrati. "Provo una grande felicità - spiega -. Ora torno a vivere. Giustizia è fatta. Sono troppo felice. Non riesco a dire altro".
 

TWEET DA NICHI - ''Oggi è un bel giorno per Giovanni, Antonio, Marco e anche per noi. Anche alla Fiat di Melfi è stato riconosciuto che il lavoro ha la sua dignità'', commenta via twitter il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola. E l'ex ministro della Giustizia Oliviero Diliberto (Federazione della Sinistra) rincara la dose: "Questa è una straordinaria vittoria. Malgrado Marchionne abbia cacciato la Fiom Cgil dagli stabilimenti Fiat, malgrado le impedisca ogni trattativa sindacale, nella fabbrica ha vinto la giustizia. Dovrebbero far tesoro dell'odissea di questi operai - continua Diliberto - tutti quelli che oggi attaccano l'articolo 18. La realtà del Paese non è quella che si racconta nel Palazzo e nel governo tecnico. La realtà del Paese sono questi tre operai, discriminati fino al licenziamento per essere della Fiom, che hanno combattuto e che hanno vinto''.
 

ELSA, PENSACI TU - Ancor più duri Antonio Di Pietro e Maurizio Zipponi per l'Italia dei Valori: "Ci piacerebbe sapere se il ministro del welfare, Fornero, sia informata dei fatti e se intenda agire di conseguenza per riportare il rispetto della legge italiana anche dentro le aziende Fiat".

IDV IN PIAZZA - Il leader dell'Idv parteciperà allo sciopero della Fiom il 9 marzo a Roma: "Quanto accaduto oggi dimostra che la Fiat, oltre a ignorare gli articoli 1 e 39 della Costituzione, ad annullare gli accordi liberamente sottoscritti e ad azzerare il contratto nazionale, genera un continuo conflitto sociale e un infinito contenzioso giuridico. Sarebbe bene che la Fiat pensasse a far bene il proprio mestiere e cioè costruire e vendere macchine ad alto valore aggiunto, facendo funzionare bene gli stabilimenti nel nostro Paese. Invece, da anni ormai, per coprire i propri clamorosi insuccessi nel mercato preferisce usare i tecnici e gli operari dell'azienda come capro espiatorio. Un altro fronte si sta aprendo a Pomigliano, dove i lavoratori, per essere assunti, subiscono vere e proprie discriminazioni in base al sindacato a cui aderiscono"
 

BLITZ PRO STATUTO - E su questo fronte va ricordato il disegno di legge presentato dal senatore del Partito Democratico, Paolo Nerozzi, per rivedere l'art. 19 dello Statuto dei lavoratori, assicurando così piena "democrazia sindacale" all'interno della Fiat. La proposta intende riconoscere la facoltà di costituire rappresentanze sindacali aziendali anche alle associazioni non firmatarie dei contratti collettivi applicati in un determinato stabilimento, a patto che si tratti di organizzazioni affiliate alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale. In tal modo la Fiom potrebbe essere di nuovo rappresentata a Pomigliano d'Arco - così come negli altri stabilimenti Fiat - e l'ostracismo di Marchionne conoscerebbe una cocente sconfitta. "In attesa che maturino le condizioni per una disciplina condivisa - spiega il presentatore del ddl - appare più che mai necessario recuperare almeno il quadro di regole già previsto dallo Statuto dei lavoratori prima del referendum del 1995".

CONTROFFENSIVA FIOM - Che la situazione in Fiat sia pesantissima lo illustra il segretario nazionale della Fiom, Giorgio Airaudo: "A Pomigliano la situazione è intollerabile. Su quasi duemila lavoratori assunti - dice - non ce n'è nessuno iscritto al nostro sindacato, è in corso una discriminazione che pensiamo di poter e dover dimostrare". E ai microfoni di Rainews 24 Airaudo annuncia: "Presenteremo in questi giorni in venti tribunali italiani, per sessantuno stabilimenti, le cause per chiedere che la Fiat sia dichiarata antisindacale perché non sta riconoscendo i rappresentanti della Fiom. Bisogna ripristinare i diritti dei lavoratori a scegliersi liberamente i rappresentanti".