di Paolo Rosato

Bologna, 15 marzo 2012 - I genitori devono avere paura dei social network? L’americana Danah Boyd, faro della ricerca sui media digitali, dal Festival 'South by Southwest' di Austin (Texas) ha lanciato una provocazione: "Negli Stati Uniti gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i bambini. Quindi, più che di Facebook, i genitori si preoccupino di come guidano".

Luca Conti da esperto esplora da tempo i segreti dei social media: ha scritto la postfazione a 'Facebook, la storia', libro sul creatore Mark Zuckerberg. Ed è d’accordo con la Boyd: "Centra il problema: la paura. I genitori devono invece sedersi accanto ai figli e affrontare la realtà. Far capire loro che il web è un completamento. Non il fulcro, non una vita parallela. Può essere un passaggio fondamentale per l’educazione".

Social network: quali sono le minacce principali per i minori?
"Il cosiddetto cyberbullismo e il sesso. Prima molti genitori ignoravano certi pericoli. Oggi la rete può aiutare a combatterli".

Consigli per i genitori?
"Su Facebook i passi da fare sono due: il primo iscriversi e fare amicizia col figlio. Il secondo, controllare che stringa amicizia solo con persone conosciute. Deve essere un patto vincolante. Dai 13, limite minimo, fino ai 15-16 anni. Solo così si combattono i malintenzionati".

E cosa invece non dovrebbero fare?
"Porre dei divieti. I blocchi o i pc nascosti non servono: i ragazzi arrivano ovunque".

In Italia pesa il vuoto normativo. Auspicabile una legge in tempi brevi?
"No, perché la tecnologia evolve e una norma arriva tardi. Lo Stato si adoperi per diffondere una regolamentazione all’uso corretto del web. Facciamo capire sia ai ragazzi, sia a chi vuole fare del male, che il web non è una zona franca. Ci sono gli stessi diritti e gli stessi doveri della vita reale".