di Pierfrancesco De Robertis

Roma, 3 aprile 2012 - LA VERITÀ sulla scomparsa di Emanuela Orlandi sta dunque oltre le mura leonine, dicono adesso i pm romani che indagano sul caso della sedicenne cittadina vaticana rapita nell’83 vicino a Sant’Apollinare, la basilica nella quale è sepolto il capo della Banda della Magliana Renatino De Pedis, e da cui la salma non si muoverà. Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, plaude alla presa di posizione dei giudici ma ha pochissime possibilità di veder soddisfatta la legittima ambizione di arrivare alla verità sul mistero. Che qualcuno, anzi più di uno, in Vaticano sappia è fuori discussione, ma niente in questi trenta anni è riuscito a convincere le autorità della Santa Sede a collaborare.

Ci aveva provato più volte il giudice Rosario Priore, le cui rogatorie erano sempre state respinte con perdite. Tant’è che alla fine dovette arrendersi, e giungere alle stesse conclusioni di adesso: in Vaticano qualcuno sa. Il Vaticano di quel Wojtyla che nel corso del rapimento si affacciò più volte dalla finestra dello studio e pronunciò in mondovisione frasi oscure sul destino di Emanuela, non poteva far chiarezza su una vicenda inquietante, piccolo tassello di un puzzle molto complesso, con i miliardi di dollari regalati dal Papa ai fratelli di Solidarnosc per abbattere il Muro e rastrellati da monsignor Marcinkus chissà dove, forse un po’ da Calvi con l’Ambrosiano, forse in qualche altro bassofondo della cronaca nera dal quale la Banda della Magliana non era estranea.

NON POTEVA allora e non può ora, il Vaticano, con un processo di canonizzazione ancora in corso, e per una storia che la Chiesa si è messa alle spalle. I pm ci hanno riprovato, forse sperando in un cambiamento di linea da parte del nuovo Pontefice. Sono rimasti delusi. Come molti credenti, che dalla Chiesa vorrebbero prima di tutto parole di verità e giustizia, e che in questa vicenda non l’hanno avute. Lo scandalo di un gangster tumulato in una basilica nel centro di Roma, a mo’ di avviso per i vivi, grida vendetta davanti agli occhi di Dio e degli uomini.