Roma, 4 aprile 2012 - Ancora due suicidi, vittime della crisi. Due uomini che si sono tolti la vita schiacciati dal macigno dei problemi economici.
ROMA - Si è sparato al petto con un fucile. Questa la tragica fine di un imprenditore, padre di tre figli, che si è ucciso alla periferia di Roma con un colpo di arma da fuoco. La sua azienda, specializzata in costruzioni in alluminio, era in fallimento e gli operai in cassa integrazione. Ed è forse proprio questo il motivo per cui si è suicidato, tanto che nella lettera che l'uomo ha scritto per chiedere scusa del gesto estremo il riferimento alla situazione economica era esplicito.
A trovare il cadavere sarebbe stato il figlio. Nei giorni scorsi sempre a Roma un corniciaio si era impiccato perché la sua attività era in crisi.
Duro un amico dell'imprenditore suicida: "Non immaginavo che la situazione economica della sua ditta fosse così grave. Questa crisi ci sta ammazzando tutti e Monti si porterà i morti sulla coscienza. Il mio amico non ha retto al peso di aver dovuto mettere in cassa integrazione almeno tre dei suoi dipendenti". A parlare è un amico di infanzia di Mario Frasacco, l'imprenditore di 59 anni che nel pomeriggio si è ucciso, a Roma, all'interno della sua ditta, la Cpa (Centro di Progettazione Alluminio). "Quando l'ho saputo mi sono precipitato qui. Ancora non riesco a crederci. Ci conoscevamo da una vita", dice l'uomo
MILANO - Un altro caso a Milano, dove un camionista si è impiccato nella cantina del condominio dopo aver perso il posto di lavoro.
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