Milano, 15 aprile 2012 - "Berlusconi mi manca, ma ogni risposta a questa domanda è un tranello. Se dici ‘No, non mi manca’ sembra brutto verso lui. Se dici ‘Si’, mi manca’ sembra brutto verso di noi". Scherza così Roberto Benigni, ospite della trasmissione 'Che tempo che fa' su Rai Tre.

L'attore e regista toscano ironizza anche sullo scandalo che ha travolto la Lega. "Camicie verdi, lauree in bianco e conti in rosso. Anche i leghisti hanno il loro tricolore", ha detto rispondendo alle domande del conduttore Fabio Fazio e ribadendo il suo omaggio al Risorgimento e ai patrioti. "Dov'è Umberto? - ha continuato - andiamo in Tanzania io e te, si fonda ‘Tanzania libera’, il sindacato tanzano il Sinta, con l’ampolla dell’acqua del Nilo, ci dividiamo da quei terroni del Kenia". E ancora: "Umberto, ti porto io in Tanzania. Anzi, ci portiamo anche Renzo, guida lui. Renzo aveva un autista-bancomat, perché lui non conosceva il pin", ha proseguito Benigni.

Uno show di battute a raffica, quello del mattatore toscano. "Libri di magia nera? La notizia è già che a casa di Bossi c’erano dei libri - ha detto ancora -. I libri di magia nera mi hanno fatto un po’ impressione. C’è stato un fraintendimento lì. Siccome la moglie di Bossi faceva tutti questi investimenti, tutti le ripetevano: ‘Signora ci vuole la fattura’".

Roberto Benigni, però, ha anche parlato di 'To Rome with love' (FOTO), il film di Woody Allen nel quale ha recitato che uscirà nelle sale venerd’ 20 aprile. "Un film con Woody Allen è come un invito a cena con Marilyn Monroe: prima ci vai, poi vedi di che si tratta - ha raccontato -. Non farlo sarebbe stato come non vedere un’opera di Renzo Piano o non leggere Umberto Eco”.

Per Benigni girare questa pellicola è stata un’esperienza straordinaria, "come con Fellini che è il più grande, con Woody Allen ci si accorge di essere accanto a vento che fa bene, è come vedere Mozart che suona il piano in diretta". L’artista toscano ha raccontato di aver letto la sceneggiatura in dieci minuti, "tutto segreto sono americani". "Come tutti i grandi umoristi - ha scherzato Benigni a proposito del regista newyorkese - è un po' depresso, dirige il film dal lettino dello psicologo. E poi non usa il ciack perché è simbolo di castrazione".

Benigni ha poi annunciato che dal 15 luglio ricomincerà con Dante ("Si chiama ‘Tutto Dante’, altrimenti avrei dovuto intitolarlo ‘Un po’ di Dante’"). L'attore e regista ha spiegato che si tratta dell’opera più bella del mondo, l’unica capace di far sentire ognuno unico e speciale, "saranno altri dodici canti, ricomincio a Firenze a piazza Santa Croce".