Milano, 27 aprile 2012 - Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega, avrebbe informato direttamente Umberto Bossi sulle spese "più significative" effettuate dai familiari del leader e pagate coi soldi del partito. E’ quanto ha spiegato nell’interrogatorio di lunedì scorso l’ex amministratore ai pm milanesi che indagano sui fondi del Carroccio.

Discorso diverso, invece, per quanto riguarda gli investimenti per i quali ha detto di aver avuto 'carta bianca'. Belsito ha raccontato di aver informato i vertici della Lega degli investimenti in corone norvegesi, oro, diamanti e in fondi esteri nello scorso gennaio solo dopo le notizie apparse sulla stampa sulle operazioni in Tanzania per poi decidere di far rientrare nelle casse del movimento i soldi.

Alla domanda se Bossi fosse a conoscenza di tutto, come apparso oggi su alcuni organi di stampa, uno dei suoi difensori, Alessandro Vaccaro, ha replicato: "Belsito non ha fatto tale affermazione. Quello che ha raccontato ai pm di Milano è ben diverso".

Nella sua ricostruzione l'ex amministratore di via Bellerio è partito da un anno fa e ha spiegato che a maggio-giugno dell’anno scorso la Lega aveva ricevuto meno denaro rispetto agli anni precedenti dal rimborso elettorale, così ha ritenuto di non dover utilizzare una certa somma di denaro se non per un certo periodo. Cosa di cui ne parlò sia con il leader del Carroccio, Umberto Bossi, sia con tutti i vertici del partito suggerendo loro però di fare investimenti senza specificare in che modo.

A questo punto Belsito ha spiegato ai magistrati di aver avuto, grazie anche al suo ruolo di tesoriere, carta bianca e autonomia gestionale. Così, senza informare nessuno, a partire da ottobre-novembre, sono cominciati gli investimenti in corone norvegesi, oro, diamanti e a dicembre ha investito nei fondi esteri. Operazioni che ha comunicato nei dettagli al leader del partito e ai dirigenti solo a gennaio, quando ormai era scoppiato il caso.

Da quanto si è saputo, Belsito ha messo a verbale che degli investimenti in diamanti era cosa risaputa in quanto, vista la crisi dell’euro, a suo parere erano piu’ redditizi. Tant’e’ che questi investimenti in preziosi lui stesso, ha spiegato l’ex tesoriere, consigliò la vice capogruppo al Senato Rosy Mauro e il senatore Piergiorgio Stiffoni di effettuare investimenti in diamanti.

FUSIONE SOLDI PARTITO-'NDRANGHETA - Intanto c’è una nuova pista investigativa che ha portato a una stretta connessione tra le indagini di Milano e quelle di Reggio Calabria con al centro l’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito che riguarda il denaro non contabilizzato della Lega, ossia i presunti fondi neri, che si ritiene siano stati riciclati assieme a quelli della 'ndrangheta.

Da quanto è filtrato tra i nuovi elementi in comune tra le due indagini che hanno portato a stabilire una saldatura tra le due inchieste ci sono anche interrogatori di un indagato comune, l’imprenditore Paolo Scala e quello di Belsito reso al pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo e che oggi è stato acquisito dalla Procura di Milano. Altro punto in comune è il consulente legale Bruno Mafrici già indagato nell’inchiesta di Reggio Calabria.

IL PENTITO - Nel pomeriggio, a Milano, sarà ascoltato dal pm della città dello Stretto il pentito di 'ndrangheta Luigi Bonaventura come persona informata sui fatti nell'ambito del filone calabrese dell’inchiesta sulle distrazioni dei fondi della Lega. Il collaboratore di giustizia, che vive da tempo sotto protezione e che era al vertice della omonima cosca del Crotonese, potrebbe essere utile agli inquirenti per ricostruire le attività illecite della cosca reggina dei De Stefano e fare luce su un maxi-riciclaggio di denaro messo in piedi per conto della mafia calabrese.

Da quanto si è saputo, Bonaventura, essendo stato un esponente 'di spicco' della 'ndrangheta calabrese, potrebbe essere a conoscenza di dettagli utili alle indagini che puntano a ricostruire i flussi del denaro che sarebbe stato riciclato anche con l’aiuto, secondo l’accusa, dell’ex amministratore del Carroccio.

Questa mattina, invece, è stata acoltata come teste la responsabile amministrativa della Lega Nord, Nadia Dagrada (già sentita nei giorni scorsi anche dai pm di Milano).