Roma, 4 maggio 2012 - Un giorno di ordinaria follia. Proprio come il protagonista del celebre film anche Luigi Martinelli avrebbe perso la testa per poco. L'imprenditore che, ieri pomeriggio, ha fatto irruzione armato nella sede dell'Agenzia delle Entratedi Romano di Lombardia prendendo in ostaggio 15 dipendenti e trattenendone uno per oltre sei ore, avrebbe avuto un debito non superiore ai mille euro. Lo ha rivelato il procuratore di Bergamo, Massimo Meroni, in conferenza stampa per spiegare nel dettaglio l'episodio avvenuto nel Bergamasco.

"Dagli accertamenti seppur provvisori dell’Agenzia delle Entrate sembrerebbe che avesse un debito non superiore ai mille euro", ha detto il magistrato, precisando che "solo dopo l’interrogatorio del gip" potranno venire chiariti tutti i punti della storia. "Dalle poche cose che la persona ha detto in modo informale sembrerebbe che si sia trattato di una protesta dimostrativa, peraltro non oggettivamente giustificata", ha aggiunto. Nel pomeriggio però parlando in carcere col senatore leghista Roberto Calderoli, Martinelli ha smentito questo particolare, parlando di una cifra ben superiore: "I miei debiti - ha raccontato l'imprenditore a Calderoli - sono di 44mila euro".

Interviene anche Equitalia, negando che il debito sia di 44mila euro. "Bensì - spiega - la somma ammonta a circa 2 mila euro ed è relativa a canoni Rai e imposte richieste dal Consorzio di bonifica della Media Pianura Bergamasca". Per tali debiti Equitalia "non ha attivato alcuna azione esecutiva di recupero. Nel 2001 al signor Marinelli era stata notificata una cartella di oltre 32 mila euro, pagata il 9 ottobre 2003 con l’adesione al condono (art. 12 della legge n.289/2002)".

Il comandante provinciale dei carabinieri Roberto Tortorella, invece, ha precisato che l’azienda dell’uomo non è fallita e che l’agenzia delle entrate ha richiesto solo dei pagamenti. Eppure Martinelli era ben armato: aveva con sé un fucile a pompa, due pistole, un coltello di circa 10 centimetri e un centinaio di pallottole. L'uomo ha anche esploso un colpo di avvertimento. Il comandante dell'Arma, però, ha assicurato che "non c'è mai stata una vera minaccia per gli ostaggi".

All'indomani della drammatica vicenda, conclusasi - per fortuna - senza spargimenti di sangue, si è scoperto anche che Martinelli aveva chiesto di parlare con il premier Mario Monti. "Il presidente del Consiglio aveva dato la disponibilità di parlare con l’uomo, se ci fosse stato bisogno", ha spiegato sempre il procuratore di Bergamo. Notizia che, però, è stata smentita da Palazzo Chigi.

Il felice epilogo è merito soprattutto del vice brigadiere dei carabinieri Roberto Lorini, che ha vestito i panni del mediatore e ha convinto l'uomo a non fare sciocchezze. "Ho avuto paura fin dal primo momento, un conto è immaginarsi una cosa del genere, un conto è trovarsela davanti", ha raccontato il 48enne militare originario di Chiari (Brescia), da 29 anni nell'Arma e per il quale è in arrivo un encomio. "Era una persona arrabbiata e basta", ha aggiunto Lorini, spiegando che Martinelli è rimasto sempre in possesso della pistola per tutto il tempo trascorso con il sequestratore. "In alcuni casi gli ho anche parlato in dialetto", ha confessato.

Il vice brigadiere ha raccontato di aver persino passato al sequestratore di Romano di Lombardia sua moglie al telefono: "A un certo punto ho esagerato - ha detto - l’ho pure fatto parlare con mia moglie, perché anche lei gli spiegasse che in fondo siamo tutti umani. In fondo si tratta di questo, abbiamo parlato di cose normali, e lui mi è sembrato una persona normalissima".

Martinelli al momento si trova in carcere ed è in attesa della convalida dell'arresto per sequestro di persona. Rischia fino a otto anni. Oggi gli uffici dell'Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia hanno aperto regolarmente alle 8.30: nessuno ha voluto commentare quanto avvenuto, solo un funzionario si è limitato a dire che è stato imposto il divieto di rilasciare dichiarazioni pena sanzioni disciplinari.

L'unico a parlare è stato, invece, l'ostaggio Carmine Mormandi, che ha tessuto le lodi del carabiniere che ha fatto da mediatore. "Il brigadiere è stato un grande, è stato lui a risolvere la situazione - ha detto ai giornalisti -. Martinelli ha sparato per colpa mia. L’ho affrontato e lui mi ha puntato il fucile ai piedi e ha sparato in aria. Poi ha tenuto solo me, forse gli ero diventato antipatico".

Come abbiamo detto all'inizio, nel pomeriggio Martinelli ha incontrato in carcere il parlamentare e triumviro della Lega nord, Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, e il deputato del Carroccio Giacomo Stucchi. Calderoli e Stucchi, "pur condannando fermamente l'azione messa in atto dal Martinelli", hanno scelto di incontrare Martinelli sia nel tentativo di comprendere i motivi che possano portare un cittadino a gesti cosi' estremi.

''Situazioni estreme - sottolinea lo stesso Calderoli - causate anche dall'esasperazione nei confronti di uno Stato che sembra veramente considerare il cittadino solo alla stregua di un suddito da spremere. Intanto durante il colloquio è emerso che il Martinelli aveva un debito non per 1.000 euro, dunque una cifra esigua, come scritto dai media, ma di 44 mila euro, dunque una cifra ben più consistente. Nel corso del nostro colloquio abbiamo messo a disposizione dell'interessato la possibilità di essere difeso da un avvocato di fiducia, individuato nella persona di Matteo Brigandì, il quale ha già manifestato la sua piena disponibilità a difenderlo".  

Gli stessi Stucchi e Calderoli hanno poi avuto un colloquio telefonico con il dipendente dell'Agenzia delle Entrate tenuto a lungo in ostaggio dal Martinelli, Carmine Mormandi, "al quale hanno espresso la loro solidarietà per l'accaduto, sincerandosi al contempo sulla sua situazione dopo questa traumatica esperienza".

In serata sulla vicenda è intervenuto anche Umberto Bossi: "Un monito a Roma che la gente del nord si è rotta le p...: state attenti, canaglie". "Chiedeva se poteva pagare a rate - ha detto Bossi - e lo hanno preso a calci in culo. Per questo ha fatto la manifestazione che ha fatto, è tornato il giorno dopo e ha fatto vedere che anche se gli uomini non hanno i soldi per pagare tasse ingiuste non vanno presi a calci". Secondo Bossi Giacomo Stucchi e Roberto Calderoli hanno fatto "bene ad andarlo a trovare".