Roma, 10 maggio 2012 - Bernardo Provenzano, il superboss di Cosa Nostra, ha tentato la scorsa notte il suicidio nel carcere di Parma. Lo apprende l’Ansa da fonti qualificate. Provenzano, arrestato l’11 aprile 2006 dopo 43 anni di latitanza, è stato salvato da personale della polizia penitenziaria. Il gesto comunque non ha avuto conseguenze: il boss corleonese non è stato neppure portato in ospedale.

Sempre secondo quanto apprende l’agenzia di stampa, il fatto sarebbe avvenuto nell’area riservata del penitenziario. Provenzano, che era a letto, avrebbe infilato la testa in una busta di plastica. In uno dei ripetuti controlli, si è subito accorto del fatto un poliziotto penitenziario del Gom (Gruppo Operativo Mobile), il quale è intervenuto, evitando il suicidio. Del fatto sono state informati l’autorità giudiziaria e il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Ma secondo fonti del Dap, riferisce l'Ansa, Provenzano avrebbe solo simulato di volersi uccidere.

IL BOSS MALATO - Bernardo Provenzano, 79 anni lo scorso 31 gennaio, è detenuto da quasi un anno nel carcere della città emiliana. La quarta sezione della Corte d’appello di Palermo ne dispose il trasferimento da Novara. I giudici, considerate le precarie condizioni di salute del padrino mafioso, accolsero la richiesta del procuratore generale Carmelo Carrara, ritenendo che avesse bisogno di una struttura adeguata dal punto di vista clinico. Il carcere di Parma è infatti dotato di un centro clinico e nelle sue vicinanze c’e’ un reparto ospedaliero per detenuti.

L'AVVOCATO - "Due periti nominati recentemente dalla Corte d’assise di Palermo hanno detto che Bernardo Provenzano non era depresso e stava bene: a questo punto o hanno visitato un altro o si doveva prestare più attenzione alla perizia. E comunque, in ogni caso, chi ha dato al detenuto il sacchetto di plastica?".
Così l’avvocato Rosalba Di Gregorio, legale del capomafia, commenta la notizia. L’avvocato fa notare che da anni, da quando altri mafiosi al 41 Bis tentarono il suicidio, ai detenuti al carcere duro non è consentito tenere alcun oggetto pericoloso in cella. ‘ E aggiunge: "Nessuno, né dal carcere, né dall’Autorità giudiziaria - spiega - mi ha avvertito anche dal fatto sono ormai passate 24 ore. A dare la notizia al figlio sono stata io pochi minuti fa: era sconvolto".

IL SINDACATO DI POLIZIA PENITENZIARIA - Il tentativo di suicidio di Provenzano "è stato sventato solo grazie alla solerzia degli uomini del Gom della polizia penitenziaria, la sola, ormai, rimasta a fronteggiare la disfatta del sistema carcerario italiano". E' quanto afferma il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, Leo Beneduci. "Provenzano, per i misfatti compiuti - dice - deve scontare il carcere fino alla fine dei suoi giorni, perché, se così non fosse, sarebbe l’irrimediabile sconfitta dello Stato. Anche in questa occasione, che accende di nuovo i riflettori sugli istituti di pena - prosegue Beneduci - resta la denuncia forte dell’Osapp sulla disastrosa situazione nella quale versano gli istituti penitenziari italiani: sovraffollati, malmessi e privi di adeguato personale. Al di là delle parole e delle buone intenzioni del governo e, in particolare, del ministro della Giustizia - conclude il segretario dell’Osapp - è davvero arrivato il momento di interventi incisivi per ridare dignita’ a tutto il sistema carcerario, a cominciare dalla polizia penitenziaria".