Finale Emilia (Modena), 21 maggio 2012 -  Il giorno dopo la grande scossa il tema centrale è quello dei danni incalcolabili al patrimonio architettonico e delle domande: chi li pagherà e, aspetto non secondario, come mai sono crollati capannoni industriali nuovi?

Sul primo punto è intervenuto il governatore dell'Emilia Vasco ErranI: "'E' del tutto evidente che questo terremoto, come gli altri che verranno, non puo' gravare sulle spalle dei territori che vivono vicende cosi' drammatiche''. Lo afferma ai microfoni di Radio Anch'io il presidente della Regione Emilia-Romagna, e della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, commentando il decreto di riforma della Protezione Civile in base al quale lo Stato non paghera' piu' i danni ai cittadini. ''E' evidente - ha aggiunto al riguardo Errani - che in questi casi deve scattare la solidarieta' di tutto il Paese''. E non è escluso che per far fronte ai costi dell'emergenza e della ricostruzione ci sia un aumento del prezzo della benzina.

Che ci siano problemi lo ha sottolineato anche il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli: “Mancano poche settimane alla conversione del decreto sulla riforma della Protezione Civile e il più grande sforzo sarà quello di ridisegnare tutta la fase successiva ai giorni dell’emergenza di un disastro naturale. Al momento il capitolo che dovrà regolare la fase della ricostruzione non è stato ancora scritto. Il ridisegno normativo non riguarderà la prima parte relativa alla gestione dell’emergenza ma punterà a riorganizzare gli interventi dopo i primi cento giorni dall’evento naturale. Credo - ha sottolineato Gabrielli - che tempistica migliore o peggiore, a secondo dei punti di vista, non poteva essere scelta per il varo di questa legge. Il parlamento sarà chiamato a convertire il decreto a ridosso di questo evento sismico e dare un’indicazione non chiara sarà una forte responsabilità da parte di chi dovrà dare il proprio consenso a questo intervento normativo”.

Difficile per il momento una quantificazione dei danni anche per il susseguirsi delle scosse.

I CAPANNONI CROLLATI - Il secondo tema centrale è capire come mai sono crollati capannoni nuovi che quindi avrebbero dovuto reggere il peso di una scossa pur molto forte. Hanno sollevato il probela sia Errani che Gabrielli. “Che nel 2012 crollino coperture di capannoni costruiti negli anni 2000 deve fare riflettere più di tante altre cose”. Lo ha affermato Gabrielli che puntato il dito contro metodologie costruttive che pur nel rispetto delle norme antisismiche hanno prodotto il collasso delle strutture. Nel quadro complessivo delle strutture colpite dal sisma Gabrielli ha riferito che “da stamane inizieranno le verifiche statiche delle abitazioni civili che non hanno subìto gravi danni. A registrare i danni maggiori è stato il patrimonio artistico e storico”.

Anche Errani ha puntato su questo tasto: ''Bisognera' capire cosa e' accaduto sulla base delle verifiche'. 'Dovremo fare delle valutazioni - ha aggiunto - ma sulla base di dati reali. Ci saranno delle verifiche e solo cosi' si capira' cosa e' successo veramente''.

COLDIRETTI: 200 MILIONI DI DANNI - Il totale dei danni stimati dalla Coldiretti per il terremoto in Emilia Romagna è di 200 milioni di euro tra crolli e lesioni degli edifici rurali (case, stalle, fienili e serre) danni ai macchinari, animali imprigionati sotto le macerie e le oltre 400 mila forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, cadute a terra per il crollo delle “scalere”, le grandi scaffalature di stagionatura che sono collassate sotto le scosse.

Proprio per il Parmigiano ingenti danni si registrano nei magazzini delle aziende Albalat di Albareto e La Cappelletta di S. Posidonio, entrambe in provincia di Modena, e dell`azienda Caretti a San Giovanni in Persiceto (Bologna) ma danni evidenti anche per le forme di Grana impilate nei magazzini del mantovano.

Ad essere colpite sono soprattutto le forme fresche (sei mesi di stagionatura) ormai irrimediabilmente danneggiate ma il danno, sottolinea la Coldiretti, è aggravato anche dalla difficile individuazione di nuove strutture per la stagionatura delle forme rimaste integre.

Negli allevamenti da latte - sottolinea la Coldiretti - le mucche che si sono salvate sono ancora sotto shock e agitate dalle continue scosse che rischiano di avere un effetto sulla produzione di latte. Pesanti danni alle strutture degli allevamenti di maiali e mucche come a Mirandola nell`azienda Pradella e in altre due aziende di San Felice sul Panaro (MO) dove è crollato il tetto dove erano custoditi i maiali, con diversi animali rimasti intrappolati sotto le macerie, mentre nella zona tra San Felice e Medolla è crollato il tetto di un allevamento di mucche.

Redazione online