Roma, 29 maggio 2012 - Altro che scosse di assestamento: l'ultimo episodio di terremoto - che stamattina ha sparso paura in tutto il Nord Italia oltre ad aver causato almeno 15 morti - potrebbe essere l'effetto della rottura di una nuova faglia all’origine del terremoto di magnitudo 5,8 avvenuto questa mattina nel modenese.

(SI SCAVA TRA LE MACERIE: FOTO)

Il sisma è avvenuto sul margine occidentale dell’arco di circa 40 chilometri attivato nel sisma del 20 maggio scorso. Allora le scosse più forti erano avvenute nella zona orientale. "Si temeva che con una struttura così complessa, potesse esserci spazio per altri terremoti di grande entità", ha detto il sismologo dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Alessandro Amato.

Amato aggiunge che dopo il terremoto del 20 maggio scorso, le repliche più forti (ossia di magnitudo superiore a 5) erano concentrate nella zona di Ferrara. Il terremoto di questa mattina, "indica che molto probabilmente sono attive più faglie".

Situazioni come queste possono verificarsi quando vengono attivate strutture molto complesse. Per esempio, in passato è avvenuto con il terremoto di Colfiorito del 1997, quando alla prima scossa sono seguite a distanza di giorni nuove scosse importanti.

"La struttura responsabile del terremoto di oggi nel modenese - ha aggiunto il sismologo dell’Ingv - è la struttura complessa del tratto settentrionale dell’Appennino, nel quale la catena montuosa prosegue sotto la Pianura Padana. La struttura è la stessa legata al sisma del 20 maggio, ma probabilmente avvenuta su una faglia adiacente. Non si tratta quindi una replica in senso stretto". Tuttavia il meccanismo di questo nuovo terremoto sarà chiarito nelle prossime ore, sulla base dei dati rilevati dai sismografi.

"SEQUENZA MOLTO ENERGETICA" - "La scossa di 5.8 registrata stamattina, localizzata leggermente più ad ovest rispetto a quella di una settimana fa, rientra nella medesima struttura geologica che si estende per alcune decine di chilometri". Lo ha spiegato all’Agi Laura Peruzza dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. Si tratta di una scossa che segue quelle dei giorni scorsi che, sebbene di magnitudo più bassa, sono state molto numerose. "Ci si aspettava che la sequenza calasse - ha continuato Peruzza - ma abbiamo a che fare con una sequenza molto energetica, per cui stiamo seguendo l’evoluzione del fenomeno".

"LE SCOSSE CONTINUERANNO - Il professor Enzo Boschi, ordinario di Sismologia all’università di Bologna, non ha previsioni rosee per il futuro prossimo. "Il fenomeno può continuare senz’altro, perché l’attività di una zona sismica non si arresta mai. Le scosse possono diventare piccolissime, ma l’attività sismica rimane". Il problema per il professore è legato alla natura geologica del Paese ma anche alla gestione urbanistica: "L’Italia è una zona sismica, e in più c’è una gestione del territorio non adeguata. Non c’è prevenzione e manutenzione, gli edifici spesso non sono a norma. Specialmente nel dopoguerra si sono costruite numerose abitazioni senza che ci fosse una normativa antisismica specifica. Le prime norme risalgono agli anni ‘70 e una versione definitiva si è avuta nel 2009".