Roma, 30 maggio 2012 - Gli agenti dell’Enpa di Roma sono intervenuti nella periferia est della Capitale in soccorso di 18 cani da caccia detenuti in condizioni pietose e per una situazione d’inquinamento ambientale.

Aveva infatti realizzato una sorta di ‘sfasciacarrozze’ abusivo in zona Due Leoni, a ridosso della via Casilina, D.G. di 58 anni, originario del frusinate e titolare di un’officina meccanica. All’interno di un terreno di sua proprieta’, aveva depositato 20 scheletri di automobili, furgoni e camion, molti privi delle targhe, arrugginiti e altamente inquinanti per il terreno sottostante, oltretutto a ridosso di un fosso. Presenti anche cumuli di pneumatici e rifiuti di varia natura , il tutto in maniera assolutamente incontrollata e pericolosa.

Oltretutto D.G. aveva recluso all’interno del terreno, in baracche e sotto i rottami, 18 cani, molti dei quali legati a catene cortissime, anche di 1,5 metri, ben al di sotto della vigente normativa e sicuramente per un periodo prolungato, a giudicare anche dalle pessime condizioni igieniche in cui i poveri animali erano costretti, tra fango, urina e i propri escrementi, cibo completamente assente e acqua verdastra stagnante. Per non farsi mancare nulla D.G. deteneva nel terreno anche maiali, capre e anatre.

Le Guardie Zoofile dell’Enpa di Roma, dopo aver richiesto l’ausilio della Polizia provinciale e del Servizio veterinario della Ausl RmB, sono intervenute con un blitz nell’area interessata riuscendo anche a rintracciare il responsabile e proprietario del terreno e dei cani. A quest’ultimo sono state contestate le violazioni per l’abbandono dei rifiuti e per le condizioni dei cani, oltre alla contestazione di violazioni amministrative e ammende che potrebbero arrivare a circa 50.000 euro. D.G. rischia anche una condanna fino a un anno di arresto.

L’intera area è stata posta sotto sequestro giudiziario e sono stati apposti i relativi sigilli, a disposizione dell’Autorita’ giudiziaria con il controllo sanitario dei cani da parte della Ausl. I cani sono stati tutti liberati dalle catene all’interno del terreno.