Cremona, 30 maggio 2012 - Il capitano della Lazio Stefano Mauri interrogato per ore davanti al gip ''non ha fatto alcuna ammissione'' in relazione alle combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, mentre l'ex Genoa Omar Milanetto e il giocatore del Modena Marco Turati (prima al Grosseto) avrebbero dato un contributo che potrebbe ulteriormente ampliare il campo di un'indagine che vede sempre più compromesse anche le società. Sono questi gli ultimi sviluppi dell'inchiesta sul calcioscomesse che ha travolto il mondo del pallone.

Il laziale è arrivato in tribunale a Cremona a bordo di un furgone della Polizia penitenziaria, con il viso coperto dal cappuccio di una felpa nera. E' stato, però, Milanetto il primo a essere interrogato e ha parlato di altre partite oltre a quella Lazio-Genoa che gli è contestata nell'ordinanza di custodia cautelare che l'ha portato agli arresti tre giorni fa.

"E' stato un confronto aperto, Omar ha preso posizione, non si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha risposto a tutte le domande del gip e del pm. Ritengo che abbia eliminato ogni ombra sul rapporto con il bosniaco, sia su serate a Milano e a Modena con Mauri e altri giocatori alla fine del mese di maggio", ha spiegato il suo avvocato Mattia Grassani al termine dell'interrogatorio. Da quanto si apprende, l’ex giocatore del Genoa, ora al Padova, avrebbe raccontato che "ci sono altre partite" che sarebbero state combinate, oltre a quelle già scoperte dagli inquirenti di Cremona, ma ha negato un qualsiasi suo coinvolgimento.

Turati, invece, ha chiamato in causa direttamente le dirigenze di Grosseto e Ancona (i direttori sportivi in particolare) che si sarebbero accordate sul risultato. Dopo l'interrogatorio i suoi legali hanno definito ''collaborativo ed esaustivo'' l'interrogatorio e confidano nell'accoglimento della richiesta di revoca della misura cautelare. Il calciatore era accusato di aver taroccato partite del Grosseto e dell'Ancona con la complicità dell'allora compagno di squadra Filippo Carobbio e di aver intrattenuto rapporti con Almir Gegic, il capo del gruppo degli scommettitori degli 'zingari'. Su questo il calciatore è stato categorico: ''Mai conosciuto gli zingari''.

"Non ha fatto alcuna ammissione", invece, Stefano Mauri. Il capitano della Lazio, secondo gli avvocati, ha fornito "una versione assolutamente plausibile" delle contestazioni che gli vengono fatte e ha ribadito di non aver avuto alcun rapporto con il gruppo degli "zingari". "Non esiste niente - ha detto l’avvocato Matteo Melandri - che possa ricondurre Mauri a Ilievski".

Mauri non ha negato, però, i contatti con Zamperini, il calciatore arrestato che lo chiama in causa per la combine delle due partite: ma ha fornito una versione diversa da quella contenuta nell’ordinanza. ‘’I contatti tra Mauri e Zamperini sono contatti abituali - dice l’avvocato - tra due amici. Li hanno sempre avuti e siamo pronti a dimostrarlo. Non sapeva nulla dell’attività di Zamperini" collegata alle scommesse. Per quanto riguarda la scheda telefonica che era intestata a Samantha Romano e ma che era utilizzata dal capitano della Lazio, Mauri ha spiegato di averla avuta per scommettere sulle partite di basket. 

Tutte versioni poco convincenti per inquirenti e investigatori, che intendono fare accertamenti per stabilire se il calciatore racconta la verità. E' quindi che il laziale resterà in carcere finché tutti i controlli del caso non verranno completati.