Milano, 2 giugno 2012 - Davanti alla crisi economica “dovrebbe crescere il senso di responsabilità in tutti i partiti. Che non promettano cose che non possono realizzare, che non cerchino solo voti per sè ma siano al servizio. E si capisca che la politica è responsabilità morale davanti a Dio e agli uomuni”. Lo ha detto il Papa rispondendo alle domande di una famiglia greca durante la “Festa delle famiglie” all’aeroporto di Bresso.

Benedetto XVI alla Festa davanti a mezzo milione di persone ha lanciato un appello: “Vorrei invitare i datori di lavoro - ha detto - a pensare alle famiglie. Ci sono aziende che vedono che concedere la festa per il giorno del compleanno, ad esempio, aumenta la produttività”. “La domenica - ha aggiunto - è il giorno del Signore, l’intenzione originale del Creatore è che un giorno tutti siano liberi per se stessi e per il Signore”.

"I DIVORZIATI RISPOSATI SONO NELLA CHIESA" - “Ai divorziati risposati dobbiamo dire che la Chiesa li ama, devono vederlo e sentire che realmente facciamo il possibile per aiutarli”. “Non sono fuori della Chiesa”, ha scandito, spiegando che “anche se non possono ricevere l’assoluzione e l’Eucaristia, vivono pienamente nella Chiesa”. Secondo Benedetto XVI, “il contatto con un sacerdote per loro può essere ugualmente importante, poi seguano la liturgia eucaristca vera e partecipata: se entrano in comunione possono essere spiritualmente uniti a Cristo”.

"TERREMOTO, SPERO TUTTO FINISCA PRESTO" - Vicino “al dolore e alla sofferenza” delle popolazioni terremotate “ma soprattutto prego ogni giorno che finalmente finisca, questo terremoto”. Cosi’ ha parlato il papa alla veglia all’aeroporto di Bresso del sisma che ha colpito l’Emilia “Tutti vogliamo collaborare per aiutarli” ha detto Benedetto XVI e “siate sicuri che non vi dimentichiamo e che facciamo tutto il possibile”, materialmente e con le preghiere. “Dio vi aiuti e ci aiuti tutti”, ha detto alla presenza di una famiglia di terremotati presente alla veglia. Il Pontefice ha accolto sul palco anche una famiglia colpita dal sisma, la famiglia Govoni da Cento, in provincia di Ferrara.

"DOBBIAMO AIUTARE LA GRECIA" - La situazione di crisi nel loro paese, rappresentata a papa Benedetto XVI da una famiglia greca ‘’ha colpito il mio cuore, le parole sono insufficienti, dovremmo fare qualcosa di concreto e tutti siamo incapaci’’. Il papa ha quindi sottolineato come spesso, ‘’i singoli soffrono e devono accettare le cose come sono".

"INNAMORAMENTO NON BASTA: CI VOGLIONO RAGIONE E VOLONTA'" - Purtroppo l’innamoramento di per sè non garantisce il ‘per sempre’ ma ‘’deve entrare anche la ragione e la volontà": lo ha detto papa Benedetto XVI rispondendo alla domanda di una giovane coppia del Madagascar che ha confessato al pontefice di volersi sposare ma sentirsi spaventata dalla parola ‘per sempre’. ‘’Il passaggio dall’innamoramento al fidanzamento, al matrimonio - ha detto il papa - esige diverse decisioni e esperienze interiori’’. !L’innamoramento deve essere purificato - ha proseguito - attraverso la ragione e la volontà. D’altra parte il rito della Chiesa non chiede ‘sei innamorato?’ ma ‘vuoi tu?’.

 

LA SPLENDIDA MATTINATA A SAN SIRO - Boati da stadio, più di una ola, coreografie con mille figuranti e un enorme "Grazie" disegnato sul prato alla fine dell’incontro. E’ l’accoglienza che stamani hanno riservato al Papa quasi 70mila cresimandi giunti da tutta la diocesi per il tradizionale incontro allo stadio di San Siro. Benedetto XVI è arrivato a bordo di uno speciale caddy insieme con il cardinale Angelo Scola, strappando un boato al suo ingresso sul prato che si è prolungato durante tutto il giro di saluto compiuto attorno al rettangolo verde, per poi trasformarsi in un improvviso silenzio quando è stata introdotta la preghiera iniziale.

Per il Papa, il saluto caloroso di Scola e del direttore della Fondazione oratori milanesi, don Samuele Marelli, ma soprattutto dei cresimandi: "E’ bello questo stadio in cui giocano I nostri campioni, ma per noi oggi sei tu il nostro campione e anche l’allenatore più grande", ha detto per tutti il piccolo Giovanni, incaricato di portare al pontefice il saluto di tutti i ragazzini presenti. "Siamo contenti perché hai trovato il tempo di incontrarci", ha detto, e "vogliamo allenarci al meglio. Grazie, ti vogliamo tanto bene". Una dichiarazione di affetto che si è ripetuta più volte durante l’incontro.

"Da tempio del calcio a tempio della preghiera", al Meazza letture e preghiere sono state accompagnate da coreografie sul prato, una caratteristica da anni degli incontri dei cresimandi ma in questa occasione particolarmente ricche. Oltre mille i ragazzi impegnati con teli e ombrelli multicolori in corse e a comporre figure sul verde di San Siro, dalla colomba bianca al simbolo di Family 2012. Alla fine, una danza etnica in mezzo alle bandiere del mondo e la scritta di un enorme 'Grazie' in mezzo al campo.

"Accolga il nostro abbraccio, la nostra preghiera e il nostro affetto" ha detto don Marelli chiedendo al papa di "mostrare la bellezza della sequela di Cristo" ai cresimandi, "solo una piccola parte dei ragazzi che hanno nei nostri oltre mille oratori un luogo privilegiato per la loro crescita umana e cristiana". A vigilare sulla sicurezza della mattinata del papa il questore Alessandro Marangoni, presente a bordo campo a San Siro.