Roma, 5 giugno 2012- La corruzione è ancora un problema molto forte nel settore sanitario, con un danno per l’intera collettività. Lo sostiene la Corte dei conti nel rapporto 2012 sul coordinamento della finanza pubblica.

Nel settore sanitario - ha affermato il presidente di coordinamento delle sezioni riunite per il controllo, Luigi Mazzillo, presentando il rapporto alla Camera - “continuano a essere denunciati frequenti episodi di corruzione a danno della collettività”.

CRESCITA - "Il rischio di un avvitamento va attentamente monitorato, disinnescando il circolo vizioso in cui si potrebbe restare intrappolati”, ha detto Mazzillo.

“Occorre incidere sui fattori che bloccano la crescita - ha sottolineato - per recuperare, ma solo grazie a maggiori incrementi di Pil, il gettito mancante”. Mazzillo ha ribadito che gli aumenti di pressione fiscale comportanto “il rischio che un ulteriore rallentamento dell’economia allontani il conseguimento degli stessi obiettivi di gettito”.

"Per una crescita più elevata è necessario ridurre il debito, da realizzare attraverso la dismissione di quote importanti del patrimonio pubblico".  Anche perché nel 2011 "il gettito fiscale è rimasto al di sotto delle previsioni, penalizzato dalla mancata ripresa dell’economia". Un fenomeno, questo, "non occasionale ma destinato a protrarsi per alcuni anni".

LOTTA ALL'EVASIONE - Secondo Mazzillo i margini per riequilibrare il "sistema di prelievo" fiscale cercando di conciliare "rigore, equità e crescita" sono esauriti e per questo "si rafforzano le ragioni per puntare" sull’ampliamento della base imponibile attraverso "la lotta all’evasione, all’elusione e al ridimensionamento dell’erosione".

“Anche se in diminuzione - si legge nel Rapporto 2012 -, l’evasione fiscale resta una piaga pesante per il sistema tributario e per l’economia del nostro Paese” per il quale siamo ai primissimi posti nella graduatoria internazionale”.

La Corte dei Conti riporta stime dell’Agenzia delle entrate secondo i quali nel 2007-2009 l’evasione Iva (29,3%) e Irap (19,4%) ha causato “un vuoto di gettito di oltre 46 miliardi l’anno”.