Bologna, 8 giugno 2012 - Bisogna rivedere "il piano di sicurezza nazionale rispetto al rischio sismico". E’ quanto ha chiesto il presidente Giorgio Napolitano ieri da Bologna (FOTO) sottolineando che bisogna "ricalibrare" la mappa del rischio sismico in Italia.

IL DECRETO - "Ieri sera, all’ora in cui eravamo e alla vigilia della mia partenza" per l’Emilia Romagna "ho firmato ad occhi chiusi il decreto" approvato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana con gli interventi per la ricostruzione. Lo ha detto il capo dello Stato nel suo intervento all’incontro in Regione con i sindaci dei comuni terremotati e con Vasco Errani, Roberto Formigoni e Luca Zaia. "Riguardandolo bene alla luce delle vostre richieste - ha aggiunto Napolitano - mi è sembrato che fosse una buona" sintesi "di quello da voi già richiesto al presidente del Consiglio" subito dopo il sisma. Il presidente della Repubblica ha ricordato di aver ricevuto ieri sera il testo del decreto proprio mentre era a colloquio con il neopresidente di Confindustria Giorgio Squinzi.

LA RASSICURAZIONE - "Lo Stato è qui, è nelle istituzionali nazionali, a Palazzo Chigi, al Quirinale, in tutti i Comuni oggi all’opera" per affrontare l’emergenza ed avviare la ricostruzione, assicura Napolitano.

IL POST-SISMA - Quello della ricostruzione è "un pensiero ed un assillo", e "c’è un limite alla generosità" dei sindaci dei comuni colpiti dal sisma. "Non possono fare tutto loro, alla ricostruzione ci dobbiamo pensare noi", ci deve pensare lo Stato. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi a Bologna chiedendo però alle istituzioni locali di trasformare in fatti le parole e le assicurazioni.

I MORTI, L'INDUSTRIA, IL LAVORO - "Essere schiacciati sotto le mura del luogo dove si lavora è uno spettacolo che ferisce". Il pensiero del capo dello stato Giorgio Napolitano va ai tanti lavoratori che hanno perso la vita nelle fabbriche e nei capannoni crollati. "Abbiamo innanzitutto delle vittime da piangere e non sono poche - ricorda Napolitano intervenendo a Bologna all’incontro con gli amministratori dei territori interessati dal sisma - sono vittime che hanno pagato con la vita certe circostanze", ovvero quella di trovarsi sul luogo di lavoro quando la terra ha tremato. "E’ un problema evidente che dobbiamo affrontare", afferma Napolitano, ricordando come le istituzioni si trovino di fronte, dopo i terremoti del 20 e 29 maggio, a "qualcosa di molto serio e grave". A essere colpita, infatti, è "un’area d’eccellenza dal punto di vista del patrimonio artistico, del grado di sviluppo economico, del livello di civismo e vita associata: dobbiamo avere come obiettivo la salvaguardia di tutto questo".

MIRANDOLA, APPLAUSI E QUALCHE CONTESTAZIONE -  Apllausi, ma anche fischi e cartelli di protesta per il presidente della Repubblica al suo arrivo a Mirandola, in provincia di Modena. "Se qualcuno si distraesse, io posso dargli la sveglia e lo farò": con queste parole Giorgio Napolitano promette la vigilanza del Quirinale sulla ricostruzione. TUTTO SULLA VISITA A MIRANDOLA 

"NO A SPECULAZIONI POLITICHE" - "Ho sentito giorni fa un po' di cattivo odore di speculazione politica sulla vicenda del terremoto. Di questo non ne vogliamo sapere", Ha detto Napolitano durante la sua visita a Crevalcore (FOTO).

LA TERRA CONTINUA A TREMARE - Una scossa di terremoto con magnitudo 3.2 è stata registrata dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia alle 3.47 ed è stata avvertita dalla popolazione. Le località prossime all'epicentro sono Novi di Modena, Moglia e Rolo (Reggio Emilia). Intanto è stata evacuata la Casa di Lavoro di Saliceta San Giuliano, in provincia di Modena, dopo che un sopralluogo da parte dei vigili del fuoco aveva certificato l'inagibilità dell'istituto penitenziario. I 65 reclusi presso la struttura modenese sono stati trasferiti dalla polizia penitenziaria a Parma e a Padova.

GLI SFOLLATI - Al momento, in Emilia, sono 14.344 le persone assistite nei centri di accoglienza da 5.000 volontari. Sono state controllate circa 2.700 abitazioni, di cui 1.700 considerate agibili dai tecnici che hanno effettuato le verifiche.

AIUTO AI CASEIFICI DI PARMIGIANO - Prosegue la gara di solidarietà per aiutare i caseifici emiliani danneggiati dal sisma: gli albergatori di Jesolo, Caorle e Bibione, sul litorale veneto, hanno acquistato 8 tonnellate di Parmigiano Reggiano Dop, rispondendo così all’invito dei rispettivi Consorzi di Promozione Turistiche e all’appello di Coldiretti.

TERMINE DELLA VISITA A SANT'AGOSTINO - “Presidente dacci una mano”. Con questa commovente richiesta si è conclusa a Sant’Agostino, nel ferrarese, la visita del capo dello Stato Giorgio Napolitano nelle terre dell’Emilia colpite dal terremoto. Commosso, senza sottrarsi agli applausi e alle strette di mano ha risposto: “Le mani ve le do tutte e due, ma le vostre sono le più importanti. Andate avanti, voi emiliani siete bravi, siete gente forte”.

Nell’ultima tappa del suo viaggio Napolitano ha incontrato i parenti delle vittime, gli operai rimasti schiacciati sotto le macerie delle fabbriche dove stavano lavorando la notte del 20 maggio, quando si è registrato il primo sisma. “Mi hanno detto di dargli una mano a ripartire dai blocchi di partenza che poi ci ripensano loro a correre - ha riferito lo stesso capo dello Stato -. Ho trovato grande fermezza e determinazione, molta forza e non nervosismo”. A chi gli ha ricordato il terremoto che ha colpito la sua città d’origine ha confessato: “Sì, nel 1980 stavo a Napoli e mi sono spaventato pure io”.

Per tutta la giornata il presidente ha avuto segnali d’affetto sia da parte della popolazione colpita dal terremoto che da parte delle istituzioni. Lo sparuto gruppetto di contestatori a Mirandola non è stato sufficiente a rovinare il clima di grande commozione, ma anche di grande dignità che si è respirato in terra emiliana. “Ringrazio, ma la gente deve avere fiducia in se stessa e i sindaci che sono i perni su cui poggiare”.