di Francesco Vecchi

Modena, 9 giugno 2012 - Pagare per cancellare le orme della tragedia. Succede nell’Emilia del terremoto. I cittadini che vogliono abbracciare l’imperativo della ripartenza sono costretti a coprire con i loro risparmi le demolizioni delle case irrecuperabili. Il listino prezzi è schizzato in alto. Dai quarantamila ai cinquantamila euro. "Una follia", accusano i sindaci, che dipende da un fattore preciso: una terra in piena emergenza non è stata dotata di una legge alla portata.

Dunque resta in vigore il principio ‘edificio privato, questione privata’. Nemmeno il tanto atteso decreto annunciato giovedì dal Presidente Napolitano agli sfollati ha coperto lo scandalo. Anzi. Tecnici, esperti e primi cittadini si muovono come sui carboni ardenti. Di nuovo c’è che la raccolta e il trasporto delle macerie sarà a carico dei gestori del servizio pubblico, nei casi segnalati dal Comune. "Ma sul tema demolizioni sembrano mancare risposte". Appunto. Senza quelle ci si trova però in una situazione di stallo e grigiume burocratico.

"Il Comune ha provveduto — spiega Alberto Borghi, sindaco di Bomporto — alle demolizioni degli edifici che mettevano a rischio l’incolumità. Invece le segnalazioni dei privati che chiedono controlli sono tante. È comunque consigliato rivolgersi al Comune". Conviene sì, ma vuol dire aspettare. L’iter da seguire se non si vogliono sborsare somme del genere è uno. Andare in municipio, ottenere un’ispezione dei vigili del fuoco e poi sperare in una scheda Aedes, quella che certifica il danno che l’abitazione ha subìto. Carta canta, sperando che poi da Roma arrivi il via libera ai rimborsi.

Così la situazione non può restare. I primi a dirlo ovviamente sono i cittadini. "Ho perso il mio negozio. Quando ho visto le macerie ho anche scoperto che dovrei pagare di tasca mia se voglio demolire subito". Nelle terre del sisma ora è meglio restare in attesa. Il caso è anche politico: "Serve un chiarimento — chiede Silvia Noè, Udc —, l’abbattimento è la prima operazione della ricostruzione". Non resta che sperare nelle parole di Napolitano. "Le modifiche sono possibili". Trovare la chiave di volta tra le macerie in Emilia è davvero un’urgenza.