Roma, 5 luglio 2012 - Epiteti anonimi e offensivi, alcuni dei quali irripetibili, con pesanti allusioni fisiche, insulti riferiti all’età e a presunti rifacimenti estetici. E’ stata la “compagnia” indesiderata sulle pagine di Twitter per tutta la durata della conduzione della trasmissione ‘Stadio Europa’ sugli schermi Rai dedicata a Euro2012, e ora Paola Ferrari ha deciso di dire basta e di fare causa. La giornalista tv, conduttrice della Domenica Sportiva e volto di punta di Rai Sport, sta per citare il social network Twitter per diffamazione chiedendo un maxi risarcimento che, se ottenuto, andrà totalmente a favore delle famiglie delle vittime del terremoto in Emilia.

“Lavoro nel giornalismo da più di 30 anni e da 20 in Rai - ha Paola Ferrari confidato a Klauscondicio, il programma di Klaus Davi su YouTube - e ho sempre accettato le critiche, anche quelle più dure e a mio avviso immotivate, ben sapendo che fanno parte del gioco. Tuttavia con questo atto voglio dire un no chiaro. Il web non può diventare solo una bacheca della diffamazione anonima, dell’insinuazione volgare e del razzismo solo perché nel web c’è la libertà di espressione. Non e’ giusto usare la rete e i social network per insultare le persone, senza la possibilità di un contraddittorio, e questo accade soprattutto con Twitter. Se il web e i blog vogliono giocare un ruolo serio nell’informazione, allora devono comunque attenersi alle regole deontologiche di base e alle norme civili che valgono fuori dalla rete. Nessuno si riunisce pubblicamente per diffamare o insultare qualcun altro o, se lo fa, per lo meno e’ passibile di denuncia. Ecco, credo allora che la cosa valga anche per Twitter”.

Paola Ferrari si dice d’accordo con la norma di legge proposta all’interno del DL intercettazioni dal ministro della Giustizia Paola Severino che imporrebbe la rettifica obbligatoria anche ai siti web. “La mia sarà una battaglia per una informazione più civile che si basa su una semplice regola: sì e sempre alla libertà di critica, ma no alla libertà d’insulto e di diffamazione vigliacca e, soprattutto, anonima. Se dovessi ricevere un giusto risarcimento per i danni recati alla mia immagine professionale e personale, per altro costruita con il lavoro negli anni, tutto l’ammontare andrà ai terremotati dell’Emilia, gente, quella sì, che merita a prescindere per la compostezza e il coraggio che mostra”.

Sono ormai molte le persone che si stanno ribellando alla ‘dittatura del web’ e citano siti e social network per diffamazione on line. Oltre ai casi internazionali di Hugh Grant e della famosa attrice cinese Zhang Ziyi, ora anche molti attori e persone dello show biz italiano, come hanno fatto recentemente Sabrina Ferilli e Serena Grandi, difendono la propria privacy da reati che si stanno configurando, anche in Italia, come molestie da web e cyberstalking.