Palermo, 18 luglio 2012 - L'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato convocato come testimone dai pm di Palermo nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. L'incontro tra l'ex premier e i magistrati era stato fissato per lo scorso 16 luglio, ma a causa di "impegni già assunti in precedenza", il colloquio è stato rinviato a data da destinarsi. Marina Berlusconi, figlia del premier e presidente di Fininvest, è stata invece convocata come teste e come parte offesa.

RUOLI DA CAPIRE - I pm che indagano sulla trattativa vogliono risalire al ruolo ricoperto da Marcello Dell'Utri, indagato per estorsione nei confronti dell'ex premier, verificando il quadro di alcune spese fatte da Berlusconi per conto dello stesso senatore del Pdl, tra le quali l'acquisto sovrastimato di una villa attraverso prestiti "infruttiferi" per 20 milioni. Secondo la procura di Palermo Dell'Utri sarebbe diventato il referente di Cosa nostra dopo l'omicidio di Salvo Lima nel marzo del 1992. Le indagini sulla presunta trattativa tra stato e mafia vedono indagati anche l'ex presidente del Senato Nicola Mancino, il senatore Calogero Mannino e gli ufficiali dell'Arma Mario Mori e Antonio Subranni.

IL MOTIVO DEL NO - Sempre secondo le indiscrezioni, l'ex presidente del Consiglio non si sarebbe presentato a Palermo perché impegnato in una riunione pidiellina con esperti di economia a Villa Gernetto, in Brianza.

DELl'UTRI SARCASTICO - Il senatore Marcello dell'Utri reagisce così alla notizia:  "Pure l'accusa di estorsione, adesso mi manca solo l'accusa di pedofilia e le abbiamo tutte. La verità è che questi pm sono malati, sono morbosi".  E alla giornalista che gli chiede se l'accusa corrisponda a vero, replica: "Ma lei fa la pm o la giornalista?". E subito dopo aggiunge: "Io non ho mai ricattato nessuno. Soprattutto il mio amico Silvio".

“Il vero pazzo sono io che ho ancora fiducia nella giustizia, ma se devono rinchiudere me lo devono fare anche con il pm Ingroia, perché a questo punto i pazzi siamo due...”. Lo ha detto Marcello Dell’Utri conversando con i giornalisti durante una pausa del processo d’appello che lo vede imputato per concorso esterno in associazione mafiosa.

'SOLITA PACCOTTIGLIA' - Dura la reazione del segretario del Pdl, Angelino Alfano: "Ancora una volta, come troppe altre volte, apprendiamo dell'ennesima replica di uno stanco copione. Si avvicinano le urne e torna il desiderio di aprire la campagna elettorale per via giudiziaria. Ora il tema è la solita paccottiglia contro le origini di Forza Italia". "Rivendichiamo con orgoglio - prosegue Alfano - la nostra storia politica, e rivendichiamo, con i governi guidati da Silvio Berlusconi, il più duro contrasto alla criminalità organizzata: il resto è comizio, teorema, spettacolo poco serio. E' il caso di dire basta''.