Roma, 26 luglio 2012 - La drammatica giornata all'Ilva di Taranto, iniziata con i sigilli a sei reparti a caldo dell’acciaieria Ilva, è finita con la proclamazione di uno sciopero ad oltranza. I sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno deciso di incrociare le braccia ad oltranza all’Ilva di Taranto. Restano i presidi all’esterno dello stabilimento e il blocco del ponte girevole. E’ ancora in corso la riunione azienda-sindacati in fabbrica. Intanto per domani alle 7 è stata indetta una assemblea dei lavoratori all’interno dello stabilimento.

La decisione di porre i sigilli è stata presa dal gip presso il Tribunale di Taranto Patrizia Todisco, che nell’ordinanza ha disposto anche otto provvedimenti di arresti domiciliari. In particolare, il sequestro e blocco delle lavorazioni in alcune aree del siderurgico Ilva di Taranto riguardano parchi minerari, cockeria, agglomerati, altoforni, acciaieria e gestione di rottami ferrosi. L’ordinanza è stata emessa nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento dell’Ilva coordinata dalla Procura tarantina.

Gli otto gli indagati. Si tratta del patron dell’Ilva Emilio Riva, di suo figlio Nicola, ex presidente dello stabilimento fino a due settimane fa ed ex consigliere delegato, di Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento, di Marco Andelmi, capo area parchi, di Angelo Cavallo, capo area agglomerato, di Ivan Dimaggio, capo area cokerie, Salvatore De Felice, capo area altoforno e Salvatore D’Alo, capo area acciaieria 1 e 2 e capo area Crf.

Immediata la protesta dei cinquemila operai, con un corteo aperto da uno striscione dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil (Fiom,Fim e Uilm) che si è riversato nel centro di Taranto.

Tra i lavoratori c’è molta preoccupazione per i possibili effetti sull’occupazione. Intanto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha firmato il patto per le bonifiche e il risanamento di Taranto (accordo per 336 mln) e ha fatto sapere che chiederà che “il riesame dei provvedimenti giudiziari avvenga nel minor tempo possibile, possibilmente entro giorni e non mesi, perché non possiamo sostenere il probabile clima di tensione economica e sociale”.

Interviene anche il ministro dello Sviluppo Corrado Passera e assicura: “Governo e istituzioni locali faranno tutto il possibile per individuare soluzioni che tutelino l’occupazione e la sostenibilità produttiva". E’ fondamentale, per Passera, garantire “la continuità produttiva” del sito.

Immediata anche la replica dei sindacati. In una nota congiunta i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno affermato che la “drammatica” situazione occupazionale dell’Ilva di Taranto, che rischia di compromettere anche i siti di Genova e Novi Ligure, “è oggetto di grande preoccupazione per tutto il sindacato italiano”.

Il protocollo sottoscritto oggi da Governo, Regione ed Enti Locali “è un atto importante che segna la volontà di impegnare risorse pubbliche per la bonifica e il riassetto del territorio sull’intera area tarantina”. Lo dichiarano anticipando l’attuazione di “tutte le iniziative utili” a difesa del lavoro.

Anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola è intervenuto sulla vicenda: “Credo che in queste ore l’Italia intera debba stringersi con affetto intorno a chi vive con grande apprensione, persino direi con disperazione, il rischio di perdere il proprio posto di lavoro”.

Dal mondo politico, unanime l’appello a salvaguardare i posti di lavoro dello stabilimento. Per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani “non può essere che un insediamento così importante per l’industria italiana, per l’economia della Puglia e per la vita di 20mila famiglie di lavoratori alle quali va tutta la mia solidarietà, non possa essere preservato nel pieno rispetto delle compatibilità ambientali”.

 

GIP: ILVA PERICOLOSA PER LA SALUTE - “L’imponente dispersione di sostanze nocive nell’ambiente urbanizzato e non, ha cagionato e continua a cagionare non solo un grave pericolo per la salute (pubblica)”, ma “addirittura un gravissimo danno che si è concretizzato in eventi di malattia e di morte”. Lo scrive il gip di Taranto, Patrizia Todisco, nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari per 8 persone dei vertici aziendali e societari dell’Ilva di Taranto e il sequestro di una serie di aree dello stabilimento siderurgico. Per il gip “chi gestiva e gestisce l’Ilva ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza”.

“Le conclusioni della perizia medica - sostiene il magistrato - sono sin troppo chiare. Non solo, anche le concentrazioni di diossina rinvenute nei terreni e negli animali abbattuti costituiscono un grave pericolo per la salute pubblica, ove si consideri che tutti gli animali abbattuti erano destinati all’alimentazione umana su scala commerciale e non, ovvero alla produzione di formaggi e latte. Trattasi di un disastro ambientale inteso chiaramente come evento di danno e di pericolo per la pubblica incolumità idoneo ad investire un numero indeterminato di persone”.