Taranto, 11 agosto 2012 - L’Ilva dovrà risanare gli impianti dell’area a caldo sequestrati per disastro ambientale ma "senza prevedere alcuna facoltà d’uso" degli stessi "a fini produttivi". Lo ha disposto il gip di Taranto, Patrizia Todisco, in un provvedimento notificato ieri all’Ilva nel quale si specifica anche il ruolo dei custodi giudiziari.

Il gip, ‘interpretando’ la sentenza del Riesame, infatti scrive che nella sua decisione dello scorso 7 agosto il Tribunale del Riesame non prevede "alcuna facoltà d’uso degli impianti a fini produttivi" e per questo, prima di riprendere la produzione negli impianti sequestrati, l’Ilva deve adottare in breve tempo "tutte le misure tecniche necessarie a scongiurare il protarsi delle situazioni di pericolo e ad eliminare le stesse, situazioni in ragione delle quali il sequestro preventivo è stato disposto e confermato".

Nel dispositivo il giudice ricorda che il Riesame "ha confermato il sequestro preventivo" su alcune aree e impianti dell’Ilva, "misura che è e non può che essere funzionale alla tutela delle esigenze preventivo-cautelari indicate dalla legge, conferma che implica necessariamente da parte del medesimo Tribunale della sussistenza dei presupposti legittimanti il sequestro preventivo e, in particolare, della grave e attualissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria in cui versa il territorio di Taranto, imputabile alle emissioni inquinanti dello stabilimento Ilva e, segnatamente, di quegli impianti ed aree del siderurgico sottoposti a vincolo cautelare (peraltro, lo stesso Tribunale del riesame, senza prevedere alcuna facoltà d’uso degli impianti a fini produttivi, ha ribadito prioritariamente la necessità di garantire la ‘sicurezza degli impianti’ e di adottare ‘tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo...’)".

Nella sua ordinanza il gip di Taranto ha anche specificato che il responsabile "dell’attuazione delle prescrizioni e procedure impiantistiche che si renderanno necessarie in attuazione del provvedimento di sequestro preventivo degli impianti ‘a caldo’ e degli impianti tecnicamente connessi agli stessi" non è il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, ma Barbara Valenzano nominata dallo stesso gip custode e amministratore degli impianti Ilva sequestrati.

Il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, dal canto suo, ha dato mandato di "impugnare immediatamente" dinanzi al Riesame il provvedimento del gip di Taranto. Ferrante ha "convocato il consiglio di amministrazione della societa’ per le determinazioni conseguenti".

In serata interviene il ministro dell'Ambiente Corrado Clini. "La decisione di interrompere le attività di produzione - dice - dovrebbe essere guidata dalla tipologia degli interventi da realizzare che in alcuni casi richiedono la fermata di parti degli impianti e in altri casi suggeriscono invece il contrario". Clini auspica che prosegua "il percorso di risanamento degli impianti" dell’Ilva di Taranto.

Prende posizione pure Confindustria: "E’ essenziale che la continuità della produzione venga garantita, soprattutto alla luce degli impegni assunti dall’azienda, dal Governo e dalla Regione e delle attività già avviate per la messa in sicurezza degli impianti e la bonifica dell’intera area". L'associazione degli industriali esprime "grave preoccupazione" per gli effetti del provvedimento del gip di Taranto di ieri.

FERRANTE: PROVVEDIMENTO GIP CREA PROBLEMI - “Il provvedimento del Gip di Taranto ci ha sorpreso e ci preoccupa, per questo abbiamo voluto convocare un consiglio d’amministrazione straordinario, per reagire al provvedimento. Significa investire tutti gli organi competenti a livello giudiziario e quindi esperire tutte le possibilità per chiedere l’annullamento di un provvedimento che a noi non sembra corretto”. Così, al termine del consiglio d’amministrazione urgente e straordinario che si è tenuto nel primo pomeriggio a Milano, il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante intervistato da TgNorba24. “Noi non vogliamo chiudere l’Ilva - ha detto Ferrante - anche la famiglia Riva si è impegnata moltissimo sullo stabilimento, crede nello stabilimento di Taranto, che è strategico per tutto il gruppo, quindi non ha nessuna intenzione di abbandonare, di lasciare. Certo la preoccupazione è molto alta, perché i provvedimenti della magistratura creano non pochi problemi all’azienda”.