Taranto, 14 agosto 2012 - Resta alta la tensione a Taranto. Per il secondo giorno consecutivo gli operai dell’Ilva aderenti alla Fim Cisl e Uilm Uil hanno scioperato per due ore per protestare contro il rischio di chiusura della fabbrica determinato dall’evoluzione giudiziaria del caso. Qualche centinaio di operai hanno anche fatto blocchi stradali sulla statale 7 'Appia', che collega Taranto con Brindisi. Allo sciopero hanno partecipato i lavoratori dei reparti Ril (riparazione locomezzi), Grf (gruppo recupero ferroso), Pzl (piazzali) ed Ene (energia). La Fiom Cgil, che si è dissociata dallo sciopero ritenendolo "inutile ed irresponsabile" perché costituisce "un attacco alle decisioni della magistratura", ha chiesto all’azienda di tenere stamani un’assemblea di due ore per informare i lavoratori sullo stato della situazione. 

SINDACATI SPACCATI - "E’ sempre più chiaro che a Landini e al vertice della Fiom non interessa nulla delle sorti dei 20mila lavoratori in gioco in questa assurda vertenza". Lo scrive in una nota la Fim Cisl di Taranto a proposito della decisione della Fiom Cgil di non aderire alle agitazioni unitarie di queste ore. "In questa primavera e il 26 e 27 di luglio dai lavoratori e dal sindacato dell’Ilva - si sottolinea nella nota - era arrivata una grande lezione di dignità e soprattutto di unità rispetto agli obiettivi di difesa del lavoro e della tutela della salute e dell’ambiente. Ieri, dopo ripetuti inviti e nonostante la forte spinta da parte dei lavoratori, la Fiom ha rifiutato di partecipare alle iniziative di lotta e, non contenta, ha invano invitato i lavoratori a 'rimanere al proprio posto di lavoro' contro lo sciopero di Fim e Uilm".

LA MOSSA DELL'AZIENDA - Intanto il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, accompagnato da un legale, ha depositato stamani due appelli e una richiesta di incidente di esecuzione al tribunale del Riesame di Taranto contro le ordinanze del gip Patrizia Todisco. "Siamo convinti che i provvedimenti del gip siano viziati in punto di diritto, quindi ne chiediamo sostanzialmente l’annullamento", ha detto Ferrante ai cronisti. L’ordinanza con la quale il gip il 10 agosto ha imposto di fermare gli impianti sequestrati "si sostanzia nell’usurpazione dei poteri attribuiti ad altri organi" giurisdizionali, come Riesame e procura ("a cui spetta l’esecuzione del sequestro"), scrive il presidente Ilva, Bruno Ferrante, in uno dei due appelli depositati oggi. Per il ricorso Ilva, l’ordinanza del 10 agosto è anche "affetta dalle più radicali forme di abnormità", ha un contenuto "incompleto", "viola le procedure di esecuzione delle misure cautelari". Con la seconda ordinanza, dell’11 agosto, il giudice Patrizia Todisco aveva revocato Ferrante dall’incarico (conferitogli dal tribunale del Riesame) di custode ed amministratore delle aree sequestrate. Proprio riferendosi all’ordinanza del 10 agosto, Ferrante e i legali dell’Ilva scrivono che il giudice Todisco ha compiuto una "inamissibile prevaricazione di funzioni proprie di altri organi del magistero penale, in violazione del principale principio accusatorio, i cui riflessi economico-sociali non occorre ribadire’’.

CLINI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA -  "E’ evidente la divergenza tra il programma avviato dal governo e le amministrazioni locali, con il coinvolgimento dell’azienda, dalla decisione del Gip". Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, parlando in audizione in commissione alla Camera. Dopo la decisione del Gip - spiega Clini - "abbiamo avuto consultazioni con il presidente della Regione e il presidente di Ilva Ferrante, ieri Vendola ha incontrato Ferrante e la linea del governo è molto semplice: noi proseguiamo nella procedura per il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale, che intendiamo concludere entro il 30 settembre, in tempi molto rapidi".

IL RAPPORTO CON LA MAGISTRATURA - "Va detto con estrema chiarezza che in Italia come in tutta Europa le autorità competenti nel dare le autorizzazioni" alle attività produttive e "nel monitoraggio ambientale e sono identificate dalle leggi e dalle direttive europee e nessuna di queste, dico nessuna, attribuisce tale compito all’autorità giuidiziaria, questo deve essere molto chiaro perché sennò si rischia di creare l’incertezza sull’affidabilità dell’Italia nei confronti degli investimenti esteri". Ma spiega: "La Presidenza del Consiglio sta valutando se sollevare il conflitto di attribuzione, ma la finalità è chiarire i termini dei ruoli non aprire un conflitto con la magistratura". Clini ha insistito: "Non è un tema riconducibile allo scontro ma a fare chiarezza sui ruoli, responsabilità e competenze".

"A RISCHIO IL SISTEMA INDUSTRIALE" - "La situazione dell’Ilva investe tutto il sistema industriale italiano e l’affidabilità dell’Italia nei confronti degli investimenti esteri, che ci auguriamo e cerchiamo di spingere nel nostro paese". Così il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, nel corso dell’aduzione alla Camera sull’Ilva.

L'AVVERTIMENTO - "Se si chiudono gli impianti a caldo - sottolinea il ministro dell'Ambiente - si chiude il centro siderurgico e non è solo per una questione tecnica: per spegnere ci vogliono 8 mesi, poi c’è il risanamento e poi bisogna ripartire e intanto il mercato dell’acciaio aspetta l’Ilva? Non esiste, è una considerazione industrialista? Può essere, ma deve essere chiaro, il ciclo a caldo non si può spegnere, si possono fare interventi selezionati, progressivi, ma se si chiude il ciclo è chiuso il centro siderurgico di Taranto".

GLI ATTI DEL GIP AL MINISTERO - Sono giunti al ministero della Giustizia i due provvedimenti, richiesti dal ministro Severino, con i quali il gip di Taranto, Patrizia Todisco, ha ribadito il sequestro degli impianti dell’Ilva e ha revocato la nomina di Bruno Ferrante dall’incarico di curatore.

BALDUZZI: "NESSUN CONFLITTO" - A gettare acqua sul fuoco ci pensa il ministro della Salute, Rentato Balduzzi. "Non c'è nessun magistrato sotto accusa tantomeno quelli della Procura di Taranto", dice a Sky Tg24 -. Il Governosta valutando rispetto a quei provvedimenti che atteggiamento seguire, perché si tratta di capire fino a che punto arriva la magistratura e fino a che punto è giusto che arrivi la decisione politica. Dunque nessun Magistrato sotto accusa e nessuna posizione preconcetta del governo". Il ministro annuncia che "nelle prossime settimane avremo nuovi dati sul monitoraggio biologico degli allevatori del territorio circostante sulla presenza di diossine e dei metalli pesanti", che aiuteranno ad avere "le basi per una strategia sanitaria completa insieme alla Regione Puglia".